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Dall'Irak alle Filippine Ecco tutti i fronti della guerra contro Allah

Non solo Bagdad: ci sono focolai in mezzo mondo. E in tanti teatri già combattiamo. Ma preoccupa l'est, specie Cecenia e Indonesia. SOSTIENI IL REPORTAGE

Dall'Irak alle Filippine Ecco tutti i fronti della guerra contro Allah

L'avanzata dello Stato islamico dalla Siria all'Irak è l'ultima di una serie di crisi internazionali legate all'attività di movimenti estremisti jihadisti che hanno innescato, con diverse strategie e approcci, un intervento dei Paesi occidentali. Dall'Africa al Sud-est asiatico passando per il Caucaso, i fronti aperti sono molti.

LA GUERRA DEI DRONI: YEMEN, AFGHANISTAN, PAKISTAN

A maggio, il presidente Barack Obama ha annunciato che soltanto 9.800 dei 32mila soldati americani rimarranno in Afghanistan dopo la fine dell'anno e che gli ultimi partiranno nel 2016. Se nella campagna contro le forze dei talebani il numero dei militari diminuisce, è aumentata negli ultimi anni in Afghanistan e Pakistan l'intensità degli attacchi con i droni. Nelle impervie zone del Waziristan, roccaforte dei miliziani, gli aerei senza pilota operati dalle basi della Cia e del Joint Special Operation Command americano colpiscono i nascondigli di capi militari. In Yemen, i raid con i droni hanno come obiettivo leader di Al Qaida all'origine di tentativi d'attentato in nazioni occidentali.

GLI INTERVENTI IN AFRICA

Da una ex base militare francese in Gibuti, droni americani sono partiti più volte per attacchi contro il gruppo estremista somalo degli Shabaab, nato nel 2006 dal movimento delle Corti islamiche. L0azione delle truppe dell'Unione africana, sostenute dall'Onu, ha arginato in parte il loro potere e l'imposizione di una rigida interpretazione delle leggi coraniche sulla popolazione. Nel settembre 2013, però, il movimento ha rivendicato un sanguinoso attacco oltreconfine: 67 morti in un centro commerciale a Nairobi, Kenya. Lo stesso mese, le forze speciali americane hanno fallito un raid contro un capo del movimento. La cooperazione tra americani e francesi contro gli islamisti in Africa è continua e palpabile soprattutto nel gennaio del 2013 quando l'aviazione di Parigi è intervenuta per bloccare l'avanzata in Mali di Al Qaida nel Maghreb islamico e Ansar El Dine, appoggiata dall'intelligence di Washington. Al Qaida nel Maghreb è un gruppo attivo nel Sahara e nel Sahel che minaccia la stabilità anche di Algeria e Tunisia. I soldati tunisini combattono dal 2013 contro i miliziani sul massiccio di Chaambi. In Tunisia e Libia è attivo anche Ansar Al Sharia. La costola libica del gruppo ha attaccato nel 2012 il consolato americano a Bengasi, uccidendo l'ambasciatore. Contro le milizie islamiche in Libia ci sono stati nelle scorse settimane misteriosi interventi aerei, secondo funzionari americani portati a termine dalle aviazioni egiziana e degli Emirati arabi. L'Egitto teme il contagio sia dalla Libia sia dalla Siria sul suo irrequieto Sinai, dove agisce tra gli altri il movimento Ansar Beit Al Maqdis, con simpatie per lo Stato islamico, che dopo la deposizione della leadership dei Fratelli musulmani al Cairo ha promesso vendetta. Su un altro fronte africano, la Nigeria ha ricevuto l'aiuto americano - 80 uomini di personale militare per la condivisione di intelligence - e quello britannico - addestramento delle truppe nazionali - dopo il sequestro ad aprile di oltre 200 studentesse da parte degli estremisti di Boko Haram, in italiano «l'educazione occidentale è peccato».

IL FRONTE DI PUTIN SUL CAUCASO

Imarat Kavkaz, o emirato del Caucaso, è un'organizzazione militare jihadista ma anche un auto-proclamato e non riconosciuto Stato islamico la cui nascita fu annunciata da Dokka Umarov nel 2007 nelle regioni di Daghestan, Inguscezia, Ossezia del Nord, Cecenia. Dopo anni di scontri tra esercito russo e forze separatiste islamiste nel Nord del Caucaso, secondo un rapporto del Dipartimento di Stato americano del maggio 2013, durante il 2012 ci sono stati 182 attacchi terroristici originati da gruppi locali che hanno causato 659 morti. Soltanto a dicembre 2013, attentatori suicidi hanno ucciso 34 persone nella città russa di Volgograd.

I TIMORI DI UN CONTAGIO NEL SUD EST ASIATICO

Secondo il Wall Street Journal , l'intenzione di Obama d'intensificare i bombardamenti contro le postazioni dello Stato islamico in Irak farebbe preoccupare funzionari della sicurezza di alcuni Paesi del Sud-est asiatico, intimoriti dalla possibilità di rappresaglie attraverso gruppi già attivi sul loro territorio: Abu Sayyaf nelle Filippine, Jamaah Islamiyah in Indonesia, miliziani ispirati dallo Stato islamico in Malesia.

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