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Decine di "vedove dell'Isis" stanno cercando di rientrare nel Regno Unito

Negli ultimi mesi almeno una decina di donne inglesi fuggite in Siria per unirsi all'Isis stanno facendo ritorno in Gran Bretagna e secondo l'intelligence altre seguiranno visto che il Califfato è sempre più in difficoltà

Decine di "vedove dell'Isis" stanno cercando di rientrare nel Regno Unito

Mentre il Regno Unito piange i 22 morti della strage all'Arena di Manchester, nel Paese rientrano le "vedove del Califfato": sarebbero almeno una decina le donne che negli ultimi mesi, con i loro bambini al seguito, hanno fatto rientro in Gran Bretagna, dopo aver vissuto nei territori controllati dall'Isis.

Lo riferiscono fonti dell'intelligence britannica, citate dal Telegraph. Donne i cui mariti sono stati uccisi in guerra, oppure donne rimandate a casa proprio dai loro compagni, in vista delle battaglie finali. Ma anche donne esauste della vita di restrizioni e disagi nel Califfato nero. Con l'avanzata delle forze irachene in Iraq e quelle delle Sdf in Siria, infatti, lo Stato islamico è sempre più isolato, e la vita al suo interno si è fatta sempre più difficile, brutale, disagiata.

La polizia si aspetta ulteriori rientri, e con essi si porrà la questione di come trattare queste "pentite". Sarebbero più di una cinquantina le donne che negli ultimi anni hanno lasciato il Regno Unito per andare a vivere in Siria ed in Iraq. Alcune di loro sono partite assieme ai mariti e ai loro bambini, ma altre hanno invece scelto di viaggiare da sole, dopo essere state adescate online dai reclutatori dello Stato Islamico.

Secondo la testimonianza di una donna tedesca che ha lasciato il Califfato per rifugiarsi momentaneamente in un'area della Siria sotto il controllo di altre forze ribelli, sarebbero circa 35, tra le quali 10 sarebbero inglesi, le donne europee ad aver lasciato i territori dell'Isis da inizio anno, per cercare rifugio soprattutto in Turchia, dopo aver passato un periodo nelle "madhafa", simil-case famiglia in cui le donne del Califfato vengono sistemate quando i mariti muoiono in guerra o quando la situazione si fa troppo pericolosa.

In queste "case-famiglia", sempre secondo la testimonianza della donna, "è come essere delle galline in gabbia. Veniamo trattate molto male, come schiave senza la libertà di lasciare la casa. Perché gli uomini negli ultimi mesi sono diventati molto più paranoici, brutali".

"Penso che circa il 35 per cento delle donne che hanno lasciato il Califfato - continua Umm Aisha, che usa un nome di fantasia per proteggere la sua identità - lo hanno fatto perché i loro mariti sono morti, il resto invece si divide tra coloro che erano stufe del Califfato e quelle rimandate a casa dagli stessi mariti". Non senza rischio, poiché secondo le testimonianze i miliziani dell'Isis puniscono con la morte o con la prigione coloro che tentano di lasciare i territori.

Al rientro in Gran Bretagna, poi, si devono aspettare lunghi interrogatori della polizia britannica, perché qualcuna è stata vittima, ma qualcuna volenterosa complice, al limite pentitasi in un secondo momento.

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