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"Difendiamo i nostri figli". Così il Kuwait banna la Disney

Adesso la Disney istiga all'omessualità: così il Kuwait decide di sospendere la proiezione del remake "gay friendly" de "La bella e la bestia" dalle sale

"Difendiamo i nostri figli". Così il Kuwait banna la Disney

“Cari clienti: Desideriamo informarvi che la direzione della Kuwait National Cinema Company ha deciso di non proiettare il film La Bella e la Bestia. Con questo telegrafico dispaccio, come si legge su The Express Tribune, il remake del popolare cartone della Disney – reinterpretato da Emma Watson nei panni di Belle – è stato ritirato dalle sale dell’emirato del golfo Persico.

Le proiezioni sono state interrotte nell’attesa di sapere se la multinazionale statunitense si renderà disponibile a tagliare ulteriormente la pellicola, già adattata al pubblico musulmano, epurandola da una scena definita dallo stesso regista, Bill Condon, “esclusivamente gay”.

Nella sequenza “incriminata” – della durata di tre secondi – si vede una coppia di omosessuali che danza. Il personaggio coinvolto nella scena è LeFou, interpretato da Josh Gad, che è il braccio destro di Gaston, il “cattivo” della fiaba. Come racconta il Kuwait Times, la mossa di ritirare il film – apparso nelle sale kuwaitiane dal 16 marzo – è stata acclamata dai genitori che si erano già mobilitati, anche lanciando una campagna social, per chiedere al governo di proteggere i bambini da quel contenuto ritenuto diseducativo.

Nel Kuwait, come negli altri Paesi membri del Consiglio di cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Emirati arabi uniti, Oman, Qatar e Bahrein), infatti, l’omosessualità è considerata un reato ed i rapporti tra persone dello stesso sesso – annoverati alla stregua di comportamenti “contro natura” – possono essere puniti con la reclusione fino a sei anni o, se uno dei partner non ha ancora raggiunto il 21 anno di età, anche fino a dieci anni.

Un precedente analogo si era già verificato in Malesia, dove l’uscita del remake del famoso cartone animato del 1991 è stata bloccata per le stesse ragioni. “Se vuole mostrare il film qui”, ha dichiarato il board della censura malese, la Disney “deve adeguarsi” al fatto che i lavori cinematografici sono abitualmente vagliati dalla censura prima di finire sugli schermi del Paese.



In attesa di capire cosa deciderà di fare la Disney, tanto i piccoli kuwaitiani, quanto i loro omologhi malesi, potranno godersi la versione originale del cartone che, scevra di quell’adattamento “gay friendly”, non contiene scene ritenute inopportune dalle censure dei rispettivi Paesi.

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