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A Ramadi l'Isis chiude la diga sull'Eufrate per assetare gli iracheni

Ridotto il flusso d'acqua verso le aree tenute dalle forze governative, che puntano a riconquistare la città. Si rischia un altro esodo

A Ramadi l'Isis chiude la diga sull'Eufrate per assetare gli iracheni

La mossa questa volta tocca ai miliziani dell'Is. Dopo avere preso il controllo di Ramadi, città capoluogo dell'Anbar che controllano ormai da metà maggio, ieri hanno deciso di chiudere lo sbarramento sull'Eufrate, che proprio in città si biforca, procedono verso sud-est o tramutandosi in un canale che sbocca nel lago di Habbaniyah.

La scelta di chiudere la diga è strategica. Diventa così così possibile attraversare il fiume e si riduce immediatamente il flusso d'acqua verso Khalidiya e Habbaniyah, roccaforti governative nell'Anbar, tenute dall'esercito e dalle milizie delle Forze di mobilitazione popolare. Da qui gli uomini fedeli a Baghdad preparano l'assalto a Ramadi, anche se le tempistiche non sono affatto chiare.

Il premier iracheno Haider al-Abadi aveva assicurato giorni fa che la città sarebbe tornata sotto il controllo delle forze governative nel giro di poco tempo. In compenso Hadi al-Ameri, il leader delle milizie popolari, ha bollato come "risibile" il piano e spiegato al Telegraph che non intende cambiare strategia e che è necessario isolare l'Is e tagliare le sue linee di rifornimento. Piano diverso, tempistiche vaghe.

Mappa Ramadi

Gli iracheni temono che la scelta di chiudere la diga sull'Eufrate possa portare a un ulteriore esodo della popolazione dell'Anbar. Le autorità locali hanno chiesto di riprendere o bombardare lo sbarramento. Migliaia di rifugiati hanno già lasciato Ramadi e le zone attorno alla città nei giorni scorsi, addossandosi alla capitale Baghdad.

I Paesi della coalizione anti-Is si sono riuniti ieri a Parigi. Un vertice da cui non è uscito un granché di concreto, se non un generico impegno. Intanto gli estremisti - che pure hanno perso terreno rispetto a un anno fa - nel giro di poche settimane hanno ottenuto vittorie a Tadmur (Palmira) e a Ramadi, sono all'offensiva anche ad Aleppo, contrastati da gruppi di ribelli islamisti e non.

Il Pentagono ha confermato l'invio in Iraq di 2.000 At4, razzi anticarro a spalla che potrebbero rappresentare una svolta nella lotta contro l'Is. La conquista di Ramadi è stata facilitata da una lunga serie di attacchi suicidi messi a segno da uomini a bordo di veicoli corazzati imbottiti d'esplosivo. Contro questi arieti le armi leggere possono poco o nulla.

Il dubbio che rimane è sull'affidabilità dell'esercito iracheno, specialmente se si considera che l'Is si è già ampiamente servito dagli arsenali. Solo a Mosul, conquistata a giugno 2014 - e i numeri sono del ministero dell'Interno - i miliziani sono riusciti ad accaparrarsi 2.300 veicoli corazzati (Humvee).

@ACortellari

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