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Top gun afgana ottiene asilo in America dopo minacce di morte

Niloofar Rahmani minacciata di morte. "Se tornasse a casa sarebbe in pericolo"

Top gun afgana ottiene asilo in America dopo minacce di morte

Sono minacce di morte che vanno avanti da tempo quelle che hanno portato Niloofar Rahmani, prima pilota militare afgana, a rifugiarsi negli Stati Uniti, dove ora le è stato riconosciuto il diritto d'asilo, dopo che il suo nome era finito su tutti i giornali nel 2013 e che la sua storia era stata raccontata come simbolo di speranza e di una nuova stagione per il suo Paese.

Il 27enne capitano Rahmani aveva fatto richiesta d'asilo sedici mesi fa, dopo che una serie di minacce avevano iniziato a piovere su di lei e sulla sua famiglia. Che una donna afgana desiderasse di mettersi alla guida di un aereo da guerra non era accettabile per gli insorti, ma nemmeno per molti funzionari del governo di Kabul, che in più occasioni le hanno rivolto parole di biasimo e per membri della sua famiglia allargata.

"Sono grata a tutte le persone che hanno reso possibile questo - ha detto la pilota al Wall Street Journal - Ora tutto ciò che voglio è tornare a volare". "Ma dovesse tornare in Afghanistan la sua vita sarebbe in pericolo", ha aggiunto Kimberly Motley, la 38enne avvocatessa che ha seguito il suo caso e che è l'unica straniera ad avere diritto a praticare la professione nelle corti afgane.

Nel 2013 Niloofar Rahmani fu insignita del premio internazionale Donne di coraggio dal dipartimento di Stato americano "per il suo coraggio di fronte alle minacce di violenza e l'impegno per un futuro inclusivo per donne e ragazze in Afghanistan", ricevendo anche le lodi dell'ex first lady Michelle Obama.

Ora è costretta a fuggire da un Paese dove la violenza non ha mai smesso di fare morti.

Soltanto pochi giorni fa decine di persone, tra cui dieci giornalisti, sono morte in diversi attacchi tra Kabul e Kandahar.

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