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La guerra invisibile dell'Onu a fianco di Hamas

Dovrebbe essere super partes. Ma a Gaza paga e protegge chi spara su Israele

La guerra invisibile dell'Onu a fianco di Hamas

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Il conflitto di Gaza ha confermato una realtà di cui si parla da tempo, ma che finora non aveva avuto una verifica sul campo: nella Striscia Israele ha dovuto, deve e probabilmente dovrà ancora combattere non soltanto con Hamas, ma anche con l'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite che, con gli anni, si è trasformata in una specie di ministero della sanità, della previdenza sociale e della pubblica istruzione per i palestinesi e che - più o meno coscientemente - è diventata loro complice. Il comportamento dell'organizzazione, nata per assistere i profughi del '48, ma che ora si occupa dei loro nipoti e bisnipoti, riflette del resto l'atteggiamento della stessa Onu, che per bocca del suo segretario generale ha definito il bombardamento di una scuola dell'Unrwa da parte israeliana «un'offesa morale e un gesto criminale», ma si è ben guardato dall'usare simili per il lancio di oltre 3.000 razzi o per il fatto - noto a tutti - che Hamas, per mettersi al riparo dalle bombe, ha stabilito il suo quartier generale nei sotterranei dell'ospedale di Shifa.

Alcuni incidenti hanno portato alla luce le responsabilità dell'Unrwa. Nel primo, tre soldati israeliani hanno trovato la morte perché, pur di non bombardare un ambulatorio dell'agenzia protetto dalle convenzioni internazionali, vi sono entrati alla ricerca dell'ingresso di uno dei famigerati tunnel e sono saltati per aria su un ordigno esplosivo collocato lì per bloccarli. In un secondo, un alto funzionario dell'Unrwa ha dovuto ammettere che tre delle sue scuole erano state usate da Hamas come depositi di missili, se ne è scusato, ma poi ha restituito gli ordigni ai terroristi. In un terzo, l'Unrwa ha accusato Tsahal di avere bombardato una sua scuola uccidendo 16 bambini, ma ha poi dovuto fare marcia indietro quando è emerso che con ogni probabilità i piccoli erano stati vittime di un razzo mal diretto lanciato dalla stessa Hamas proprio dalle vicinanze dell'edificio.

La colpa principale dell'Unrwa è di avere dato praticamente in appalto le sue scuole alla organizzazione terroristica, che le ha trasformate in fucine di odio contro Israele, cambiando i libri di testo, esaltando e incoraggiando il martirio degli attentatori suicidi e sottoponendo i ragazzi a un vero e proprio lavaggio del cervello. In un certo senso, la cosa era inevitabile, perché il 90% del personale dell'agenzia, maestri compresi, è palestinese e i funzionari dell'Onu che dovrebbero tenerli sotto controllo sono quasi sempre reclutati tra avversari dello Stato ebraico. Non c'è da stupirsi, perciò, se, nel corso dell'operazione, gli israeliani non abbiano sempre considerato l'Unrwa neutrale, e le sue strutture come legittimi santuari per la popolazione civile. L'agenzia ha anche sempre avallato le cifre delle vittime fornite dai palestinesi, che hanno fatto passare per «civili» tutti i quasi duemila morti del conflitto (mentre da 700 a 800 erano sicuramente combattenti) e accettato che venissero definiti «bambini» anche le decine di adolescenti morti con il mitra in mano.

L'Onu, dominata dai Paesi del Terzo mondo, è da sempre schierata contro Israele, accusata in innumerevoli «risoluzioni» di ogni genere di crimini e violazioni del diritto internazionale, mentre tace sugli orrori che avvengono in altri Paesi.

In una famigerata conferenza a Durban sui diritti umani, sotto il pungolo di «democrazie» come Siria, Libia e Cuba, arrivò perfino ad equiparare il sionismo al razzismo: ma almeno in questo, è stata costretta a fare marcia indietro.

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