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Droga e psicofarmaci alla figlioletta per stare con l'amante

Il processo choc in Inghilterra: la coppia accusata di abusi su minori per aver riempito di pillole la bimba. La piccola morì nel 2013 ma per l'autopsia non ci fu omicidio

Droga e psicofarmaci alla figlioletta per stare con l'amante

Accusati di aver imbottito di droga e psicofarmaci una bimba di appena quattro anni, così non li avrebbe infastiditi e avrebbero potuto godersi le serate a letto. A processo, in Inghilterra, una madre di 37 anni e l’amante spacciatore 41enne che rischiano di farla franca: nonostante sia stata accertato il fatto che la piccola avesse ingerito pillole e droghe, tuttavia non ci sono prove che leghino in maniera diretta la morte della bambina a un’overdose.

Nell’aula del tribunale di Hull, il procuratore ha mostrato ai giudici i messaggi che i due amanti si scambiavano di solito. Da questi emerge la consuetudine con la quale la madre chiedeva droga per “sedare” la piccola: “Portami gli smarties blu, gli unici che le piacciono”. Oppure, come in un altro messaggio, la donna chiedeva vino per sè e droga per la figlia. Quelle pillole blu, spacciate per caramelle e cioccolatini alla bimba, erano psicofarmaci.

Per la pubblica accusa, il rapporto tra madre e figlia era a dir poco perverso: “Per lei, la piccola non rappresentava nient’altro che un ostacolo alla relazione con l’amante”. A corroborare l’ipotesi accusatoria, come riporta il Daily Mail, la testimonianza di un vicino di casa della donna secondo cui quest’ultima era abituata a strillare parolacce e picchiare con violenza la bambina che presentava sempre lividi sulle braccia. Il procuratore ha poi aggiunto che dalle analisi del capello effettuate sul corpo senza vita della piccola, deceduta in ospedale nel giugno del 2013, sono emerse tracce significative di eroina e metadone.

La madre s’è difesa dalle accuse e ha parlato di qualche sculacciata e qualche ceffone, “solo per imsegnarle la disciplina”. Sia lei che l’amante hanno rigettato le accuse di aver drogato apposta la bambina e hanno ammesso solo la negligenza di averla lasciata in contatto diretto con sostanze stupefacenti e pericolose.

Nessuno dei due, però, è accusato dell’uccisione della bambina. Dall’autopsia, infatti, non sarebbero emersi elementi certi e incontrovertibili per cui collegare la morte della piccola all’assunzione di droghe.

Devono rispondere di abusi su minori e reati legati alla droga.

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