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Due tagliagole dello Stato Islamico arrestati in Kosovo

La polizia kosovara ha fermato due persone accusate di aver combattuto con i tagliagole dello Stato Islamico in Siria

Due tagliagole dello Stato Islamico arrestati in Kosovo

Altri due uomini arrestati in Kosovo con l'accusa di aver combattuto con i tagliagole dello Stato Islamico in Siria. La polizia kosovara ha fermato due persone originarie della zona di Gjilan/Gnjilane.

Il Kosovo, diventato indipendente nel febbraio del 2008, dopo un lungo braccio di ferro con Belgrado che non l’ha mai riconosciuta, assieme ad altri Paesi come la Russia, la Cina, il Venezuela, la Spagna e la Romania, è una delle zone dove il reclutamento fondamentalista è maggiore.

Secondo una recente ricerca della stampa britannica, infatti, il Kosovo – dopo la Bosnia - rappresenta il Paese dove più cittadini hanno aderito all'Isis. Nel 2015, spiega il rapporto, sarebbero 92 le persone con passaporto bosniaco che si sono affiliati all'organizzazione terroristica e 83 quelli partiti dal Kosovo per combattere nel nome dell'Islam. E il flusso di combattenti stranieri non sembra diminuire: solo nei primi sei mesi del 2015 sarebbero oltre 7 mila i miliziani che hanno raggiunto la Siria e l'Irak.

Molto probabilmente il fenomeno della radicalizzazione in Kosovo è arrivato anche grazie a diverse organizzazioni non governative (Ong) islamiche che hanno operato nel Paese nel dopoguerra. Sotto la copertura del lavoro umanitario, infatti, queste associazioni avrebbero contribuito alla formazione della nuova generazione jihadista. Proprio per questo, Skender Hyseni, ministro dell'Interno del Kosovo, ha firmato recentemente una decisione esecutiva per revocare la licenza a 16 Ong sospettate di avere legami con reti terroristiche.

Secondo il consigliere del premier per la sicurezza, Edon Myftari, il Kosovo è messo in pericolo da potenziali attacchi terroristici. “Il nostro Paese non è immune da attacchi terroristici ed è quindi opportuno adottare misure di sicurezza come gli altri Paesi della regione”.

Il Kosovo, è bene ricordarlo, è a due passi da noi.

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