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Ebola, l'Australia sospende l'immigrazione dall'Africa

L'Australia chiude le frontiere a chi proviene dai paesi africani più colpiti. A New York vengono allentate le misure preventive, ma potrebbe esserci un nuovo caso

Ebola, l'Australia sospende l'immigrazione dall'Africa

Sale la tensione intorno al mondo per l'allarme ebola. L'Australia ha appena annunciato tramite il ministro dell'Immigrazione Scott Morrison che il governo sospenderà "provvisoriamente il proprio programma di immigrazione, compreso il programma umanitario, in provenienza dai paesi colpiti dal virus Ebola". Stop immediato alle domande di visto per chi proviene da Sierra Leone, Guinea e Liberia. Il governo di Sidney ha anche annullato tutti i visti già rilasciati, tranne quelli per motivi umanitari.

Negli Stati Uniti dopo un'iniziale decisione di spostare in quarantena per 21 giorni tutto il personale medico di ritorno dai paesi interessati dal contagio si è deciso di consentire agli interessati dalla misura restrittiva di passare questo perdiodo nella propria abitazione. A New York è stato ricoverato per accertamenti un bambino di cinque anni, tornato sabato dalla Guinea. Il piccolo è tenuto ora in isolamento, in attesa degli accertementi scattati in seguito al manifestarsi di alcuni sintomi che ricordano quelli legati al virus ebola. Sarebbe il secondo caso a manifestarsi nella Grande Mela, dopo il medico Craig Spencer, ricoverato al suo ritorno dalla Guinea.

Nelle stesse ore è arrivata la notizia del decesso della bambina di due anni che, partendo dalla Guinea ha viaggiato per più di mille chilometri in autobus portando il virus in Mali, dove i genitori speravano di trovare una struttura in grado di curarla. L'Africa sta pagando con il maggior numero di vite umane il diffondersi di questa epidemia. Secondo l'Oms, in meno di otto mesi, i casi accertati sono stati 10.141, di cui 4.922 conclusi con la morte del paziente. Secondo gli organismi di controllo l'unica misura di controllo efficace resta l'invio di medici e infermieri specializzati nelle zone maggiormente colpite. Il timore è che la stretta sui controlli decisa da molti governi possa disincentivare la partenza di nuovi volontari.

Per quanto riguarda il nostro paese il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha provato a quietare il senso di ansia sempre più diffuso confermando che solo due pazienti sono tenuti in quarantena nei nostri ospedali. Si tratta di un medico e un'infermiera appena rientrati dalla Sierra Leone dove erano impegnati per contenere il contagio.

E' uno di quei casi in cui non hanno avuto contatti diretti con persone affette dal virus ma per precauzione sono nei ventuno giorni asintomatici a casa e sono in prossimità del Sacco di Milano, e quindi se dovessero sviluppare i sintomi verrebbero subito ricoverati in alto isolamento" ha confermato la Lorenzin.

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