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Egitto, è "imminente la liberazione" di un giornalista di Al Jazeera

Mohamed Fahmy ha rinunciato alla cittadinanza egiziana per poter essere deportato, come il collega Peter Greste. In carcere c'è anche un terzo giornalista, Baher Mohamed

Da sinistra a destra: Mohamed Fahmy, Baher Mohamed e Peter Greste
Da sinistra a destra: Mohamed Fahmy, Baher Mohamed e Peter Greste

Potrebbe essere liberato a breve Mohamed Fahmy, un giornalista di Al Jazeera in carcere in Egitto da oltre un anno. A dirlo sono le autorità canadesi, che sostengono che il rilascio sia imminente. Fahmy, che ha una doppia cittadinanza, avrebbe rinunciato al suo passaporto egiziano per poter essere deportato.

Un decreto presidenziale piuttosto recente consente infatti ai prigionieri stranieri di lasciare l'Egitto e finire il loro periodo di detenzione nel loro Paese d'origine. Negli oltre dodici mesi in carcere, Fahmy ha sviluppato una condizione cronica alla spalla.

Pochi giorni fa è stato liberato e deportato anche Peter Greste, giornalista australiano della stessa testata condannato in Egitto insieme a Fahmy e a un terzo giornalista, Baher Mohamed. È proprio il suo caso che desta maggiori preoccupazioni. Per lui, di nazionalità egiziana, la deportazione non è un'opzione e l'unica possibilità perché torni libero è un processo d'appello.

I tre giornalisti di Al Jazeera erano stati condannati a sette anni di carcere a giugno dello scorso anno, dopo cinque mesi di processo, ritenuti colpevoli di avere diffuso notizie false e di avere favorito i Fratelli musulmani dell'ex presidente Mohamed Morsi.

"Non riesco a dirvi quanto sono sollevato di essere libero", ha detto Peter Greste nella sua intervista dopo la liberazione, rilasciata proprio ad Al Jazeera. Ha anche ricordato i suoi compagni di prigionia con "terribile angoscia".

Oltre ai tre giornalisti del network del Qatar furono condannati altri sette giornalisti in contumacia e quattro persone che con il caso non avevano nulla a che fare.

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