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Egitto, al Sisi ridà il potere legislativo al parlamento

Nel discorso di oggi al Cairo, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha annunciato di aver ceduto il potere legislativo al parlamento. E sulla cacciata di Morsi ha detto: "Fu rivoluzione patriottica"

Egitto, al Sisi ridà il potere legislativo al parlamento

Era dal novembre 2010 che un presidente egiziano non parlava di fronte al parlamento. L'ultimo fu Hosni Mubarak, deposto dalla rivoluzione due mesi dopo. Oggi Abdel Fattah al Sisi si è presentato di fronte ai deputati, per il suo primo discorso davanti ai rappresentanti del popolo egiziano. Il nuovo parlamento è stato convocato per la prima volta lo scorso 10 gennaio. L'Egitto è rimasto senza un parlamento per tre anni, dopo che la Corte costituzionale aveva sciolto quello eletto nel giugno del 2012, dichiarando incostituzionale la legge elettorale. Al Sisi ha annunciato di aver ceduto il potere legislativo al parlamento:"Annuncio davanti a voi, rappresentanti del popolo, il passaggio del potere legislativo al parlamento eletto dalla volontà libera del popolo. Il presidente del potere esecutivo - ha aggiunto riferendosi a se stesso - ha conservato il potere legislativo come misura eccezionale che ci è stata imposta a causa delle condizioni politiche che conosceva l’Egitto".

"La popolazione egiziana - ha detto al Sisi - conta su di voi per porre le basi della democrazia e ricostruire le istituzioni del Paese". Ha poi spiegato che il suo obiettivo principale è costruire uno Stato "moderno e democratico" attraverso anche la realizzazione di progetti che miglioreranno l'economia del Paese. Il presidente si è quindi rivolto ai deputati invitandoli a dare priorità alle questioni riguardanti istruzione e sanità. Al- Sisi ha infine rinnovato il suo appello alla comunità internazionale a cooperare per combattere il terrorismo, definito "il pericolo che minaccia la stabilità dell'intera regione". "Non permetteremo a nessuno di far deragliare e ostacolare il processo di sviluppo e ricostruzione dell’Egitto", ha detto Al Sisi, che si è detto "orgoglioso di appartenere all’istituzione militare", da cui ha imparato il patriottismo, il sacrificio e l’abnegazione.

Nel suo intervento Sisis ha snocciolato i "successi" a suo dire raggiunti dal Paese in questi anni, nonostante le sfide e le minacce che l'Egitto si trova ad affrontare. Sulle questioni economiche ha citato l’aumento del tasso di crescita, ricordando lo sforzo per attirare investimenti stranieri e ad aumentare i rapporti con i partner internazionali in modo da far crescere occupazione ed esportazioni. Il capo dello Stato ha presentato ai parlamentari un rapporto sui risultati raggiunti nel campo delle infrastrutture, in particolare lo sviluppo di aeroporti e scali portuali, come ad esempio il raddoppio del Canale di Suez. Per il presidente questi progetti non serviranno solo nel breve periodo ma "al futuro della nazione".

Sisi ha poi ricordato gli sforzi del governo per aumentare la sicurezza delle minoranze e delle donne. Il discorso del presidente giunge in un periodo particolarmente teso per l’Egitto, che in questi giorni ha assistito a decine di manifestazioni e sit-in organizzati da varie sigle sindacali, fra cui medici e giornalisti, in protesta contro i metodi brutali utilizzati dalle forze di sicurezza.

Il presidente ha fatto poi riferimento ai giovani, ricordando ai parlamentari come essi siano la scommessa su cui si basa il successo dell’Egitto contro le sfide che stanno minando la sua stabilità. "Le situazioni attuali ci impongono una performance eccezionale", ha aggiunto al Sisi. Per il capo dello Stato egiziano l’Assemblea si trova ad affrontare molte sfide fra cui quella di rappresentare la popolazione senza "cercare spettacoli" o cedendo all’eccessiva competitività politica. "Una delle sfide che dobbiamo affrontare è il terrorismo, stiamo ancora combattendo senza sosta", ha sottolineato al Sisi, che ha inoltre ricordato la lotta della popolazione egiziana contro i Fratelli musulmani e l’estremismo islamico.

"Gli egiziani hanno trionfato nella loro lotta per la libertà e la democrazia", ha affermato il presidente, facendo riferimento alla manifestazioni contro il governo del presidente Morsi avvenute il 30 giugno 2013.

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