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Filippine, Abu Sayyaf ha liberato due velisti tedeschi presi in ostaggio

Il gruppo, vicino allo Stato islamico, ha lasciato andare, probabilmente in cambio di un riscatto, due prigionieri che aveva minacciato di uccidere

Stefan Okonen e Henrike Dielen, ostaggi tedeschi del gruppo Abu Sayyaf
Stefan Okonen e Henrike Dielen, ostaggi tedeschi del gruppo Abu Sayyaf

Il gruppo filippino Abu Sayyaf, vicino allo Stato islamico (Is), ha liberato oggi i due velisti tedeschi presi in ostaggio e che aveva minacciato di uccidere se non fosse stato pagato entro oggi un riscatto del valore di 250 milioni di pesos (più di 4 milioni di euro).

Alle cinque del pomeriggio locali scadeva l'ultimatum dato alle autorità. Abu Sayyaf chiedeva anche che la Germania ritirasse il suo appoggio alle operazioni contro l'Is. Un esponente dell'organizzazione islamista ha dichiarato a una radio locale - sostiene la Dpa - che il gruppo ha ricevuto un riscatto, senza però specificare se sia stato versato quanto chiesto.

È stato poi il capo del nucleo di polizia che si occupa dei rapimenti a confermare che i due sono stati lasciati andare e che si trovano "al sicuro in una base militare", dopo essere stati presi in consegna dalla polizia di Patikol.

I due ostaggi, Stefan Okonek (72) e la moglie Henrike Dielen (47), erano stati sequestrati ad aprile, dopo che lo yacht su cui viaggiavano aveva avuto un'avaria vicino all'isola di Palawan, mentre veleggiavano verso la Malesia. Rapiti a Patikol, sono stati trattenuti sull'isola di Jolo, dove Manila ha inviato 3mila uomini per tenere la situazione sotto controllo.

Pochi giorni fa l'ultimo messaggio degli ostaggi, in un'intervista radiofonica. Okonek implorava Berlino di salvarlo, facendo presente che gli islamisti avevano già scavato la fosse in cui seppellirlo e che dunque per lui il rischio di essere ucciso era reale.

Diceva anche di essere stato separato dalla moglie.

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