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Filippine, decapitato dai jihadisti un altro ostaggio canadese

I terroristi di Abu Sayyaf hanno annunciato di aver decapitato il cittadino canadese Robert Hall. Si tratta della seconda uccisione di ostaggi in meno di due mesi

Filippine, decapitato dai jihadisti un altro ostaggio canadese

Abu Sayyaf, il gruppo terroristico attivo nelle Filippine e legato allo Stato Islamico, ha annunciato di aver ucciso un altro ostaggio canadese dopo che le richieste di riscatto non sono state accettate e ha avvisato che il suo corpo verrà fatto trovare oggi “da qualche parte in un’area centrale dell’isola di Jolo”, nota roccaforte dei jihadisti.

Si tratta di Robert Hall, rapito lo scorso settembre insieme a John Risdel - anche lui canadese, decapitato meno di due mesi fa -, al norvegese Kjartan Sekkingstad e ad una donna filippina mentre si trovavano in un resort di lusso nei pressi della città di Davao, nel sud del Paese. A riferirlo è il quotidiano filippino The Inquirer, che cita Abu Raami, portavoce dell’organizzazione islamica.

La notizia dell’esecuzione per il momento non viene confermata dall'esercito filippino che, in una nota, ha dichiarato di non avere notizie dalle proprie unità sul terreno. Intanto, però, il premier canadese Justin Trudeau ha fatto sapere che l’uccisione è molto “probabile”.

John Risdel era stato decapitato alla fine di aprile. La polizia aveva ritrovato la testa mozzata dell’uomo nell’isola di Jolo. In diversi video diffusi su You Tube, i tre occidentali imploravano alle loro famiglie e ai governi di pagare il riscatto. Per la loro liberazione i terroristi di Abu Sayyaf avevano inizialmente chiesto 21 milioni di dollari per ogni prigioniero. La somma è stata in seguito abbassata a 6 milioni di dollari.

Il sequestro di Del Torchio

I militanti di Abu Sayyaf sono anche i responsabili del sequestro dell’ex missionario italiano Rolando Del Torchio, rapito all’interno del suo ristorante a Dipolog City - capoluogo della provincia di Zamboanga del Nord, sempre nel Mindanao, dove sono attivi diversi gruppi radicali islamici - e liberato lo scorso aprile dopo sei mesi di dura prigionia, nel corso della quale, egli ha dichiarato di essere stato spesso a contatto con gli ostaggi decapitati nell’ultimo periodo.

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