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Il Financial Times fa la morale ai giornalisti ammazzati: "Non provocate i musulmani"

Ieri l'attacco ai giornalisti di Charlie Hebdo appena uccisi: "Siete stati stupidi". Oggi il consiglio a tutti gli occidentali: "Non provocate i musulmani"

Il Financial Times fa la morale ai giornalisti ammazzati: "Non provocate i musulmani"

Ieri il Financial Times ha insultato i giornalisti e i vignettisti di Charlie Hebdo appena ammazzati dai jihadisti. Li ha definiti "stupidi". Un commento agghiacciante a poche ore dal massacro. Oggi Tony Barber, direttore dell’edizione europea, ha deciso di fare il bis accusando il settimanale satirico di "deridere, stuzzicare e punzecchiare i musulmani" da troppo tempo. Un editoriale che non vuole certo minimizzare l’accaduto ma che punta a esortare a maggiore "buon senso" da parte di certe pubblicazioni, come Charlie Hebdo e il danese Jyllands-Posten che nel 2005 per primo pubblicò le controverse vignette su Maometto.

L'uscita (a dir poco infelice) del quotidiano della City ha suscitato un’ondata di critiche. Tanto più che inizialmente sui siti online il giornale faceva riferimento a "un atteggiamento stupido", parola però scomparsa nelle ore successive. Come ricorda Barber, "Charlie Hebdo è un bastione della tradizione francese della satira pungente" e "due anni fa il magazine ha pubblicato il libro di fumetti di 65 pagine sulla vita del Profeta. E questa settimana ha dato speciale copertura a Submission, un nuovo romanzo di Michel Houllebecq, autore idiosincratico che dipinge la Francia nelle grinfie di un regime islamico guidato da un presidente musulmano". Da qui, sottolinea l’editorialista, la necessità di un approccio più ponderato. "Così - afferma Barber - non si vuole minimamente giustificare gli assassini, che devono essere catturati e puniti, o suggerire che la libertà di espressione non deve estendersi alle rappresentazioni satiriche della religione".

Ma, aggiunge il direttore dell’edizione europea del Financial Times, "si tratta semplicemente di dire che un pò di buon senso sarebbe utile a pubblicazioni come Charlie Hebdo e il Jiyllards-Posten danese, che pretendono di sostenere la libertà quando provocano i musulmani".

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