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Flotta Usa nella bufera: "Dilagante consumo di Lsd tra i marinai"

I vertici militari, all’indomani della pubblicazione dell’inchiesta giornalistica, hanno dichiarato di avere immediatamente istruito procedimenti disciplinari a carico, per il momento, di quindici marinai

Flotta Usa nella bufera: "Dilagante consumo di Lsd tra i marinai"

La marina Usa è divenuta in questi giorni bersaglio di un’offensiva mediatica. Ad avviso degli organi di informazione statunitensi, sempre più marinai della flotta americana consumerebbero infatti “abitualmente” droghe pesanti, compreso l’Lsd.

Secondo un’inchiesta condotta recentemente da The Wall Street Journal, l’abuso di allucinogeni sarebbe una pratica “dilagante” sulle navi militari Usa. Il maggior numero di casi di dipendenza da allucinogeni sarebbe stato riscontrato tra il personale della Settima Flotta degli Stati Uniti, stanziata nell’Oceano Pacifico occidentale e della quale fa parte la portaerei a propulsione nucleare USS Ronald Reagan. Il quotidiano newyorchese, citando fonti anonime, ha affermato che sarebbero “centinaia” i marinai di tale flotta inclini al consumo di Lsd e che, tra questi, figurerebbero anche soggetti incaricati di “mansioni cruciali”. La piaga della dipendenza da allucinogeni avrebbe infatti colpito persino il personale preposto al funzionamento e alla manutenzione dei reattori nucleari della USS Ronald Reagan. The Wall Street Journal ha quindi puntato il dito contro i vertici della marina, definiti “colpevoli di scarsa vigilanza sulla condotta del personale in servizio”. L’organo di informazione sostiene che, negli ultimi mesi, le autorità di diversi Paesi affacciati sul Pacifico avrebbero ripetutamente avvertito il comando della Settima Flotta circa il dilagare dell’abuso di droghe pesanti tra i marinai di quest’ultima. Nonostante le innumerevoli segnalazioni, gli alti comandi non avrebbero affatto rafforzato i controlli nei confronti del personale di bordo.

All’indomani della pubblicazione dell’inchiesta, la marina americana ha subito dichiarato di essere intenzionata a “ripristinare la moralità” tra i propri ranghi. Il tenente di vascello Joe Keiley, portavoce della Settima Flotta, ha infatti affermato: “Per il momento, i nostri uffici disciplinari hanno avviato procedimenti a carico di quindici marinai. Cinque di questi sono stati immediatamente deferiti alla Corte marziale con l’accusa di possesso e spaccio di sostanze allucinogene. Agli altri dieci sono state invece già inflitte sanzioni pecuniarie.” Keiley ha precisato che, tra quei quindici marinai, ben quattordici avrebbero finora ricoperto l’incarico di addetti alla manutenzione dei reattori nucleari della USS Ronald Reagan. Egli ha poi ribadito l’impegno dei vertici militari ad attuare una politica di “tolleranza zero” nei confronti di ogni violazione del codice etico delle forze armate.

Sulla flotta di stanza nel Pacifico occidentale si erano già abbattuti diversi scandali nei mesi scorsi. Ad esempio, nel giugno del 2017 le cacciatorpediniere USS John S. McCain e USS Fitzgerald avevano speronato alcune navi mercantili, provocando la morte di diciassette marinai di queste ultime.

Washington avrebbe giudicato responsabile dell’incidente l’allora comandante della Settima Flotta, il vice ammiraglio Joseph Aucoin, e ne avrebbe immediatamente disposto la rimozione per “manifesta incompetenza”.

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