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Francia, tocca e insulta donna su bus: prima condanna con nuova legge

Uomo condannato per avere schiaffeggiato il fondo schiena di una ventunenne, per averla definita "puttana" e aver fatto dei riferimenti alle dimensioni del suo seno

Francia, tocca e insulta donna su bus: prima condanna con nuova legge

In Francia un tribunale ha condannato un uomo per aver insultato e toccato una donna su un autobus. Si tratta della prima condanna dopo l’introduzione, lo scorso mese, di una nuova legge che punisce le molestie sessuali negli spazi pubblici, con qualsiasi comportamento ritenuto degradante, umiliante, intimidatorio o offensivo.

L'ufficio del procuratore nel sobborgo di Evry, nel sud di Parigi, ha detto che l'incidente è avvenuto mercoledì scorso quando l'uomo di 30 anni, visibilmente ubriaco, è salito sull'autobus e ha individuato una donna di 21 anni. L’uomo ha schiaffeggiato il fondo schiena della ventunenne, l’ha definita una "puttana" e aveva fatto dei riferimenti alle dimensioni del suo seno. La donna era riuscita ad avvisare l'autista, che aveva bloccato le porte dell'autobus fino all'arrivo della polizia, e ciò ha permesso di arrestare il reo.

Per tali reati il tribunale ha inflitto 300 euro di multa e una condanna a tre mesi di carcere per maltrattamenti fisici. "Questa è la prima condanna per gli insulti sessisti in Francia, dopo l'introduzione della nuova legge", ha confermato un portavoce del ministero della Giustizia.

La nuova legge prevede anche ammende per commenti su look o abbigliamento di una donna, eye-catching, domande intrusive, seguito indesiderato e upskirting.

Il ministro per le pari opportunità Marlene Schiappa, che ha guidato l’iter di introduzione della legge attraverso il parlamento, ha salutato la decisione su Twitter: "Condanna per disprezzo sessista! Complimenti per la reattività dell'autista dell'autobus e l'attuazione della sanzione. Insieme metteremo fine alle violenze sessiste e sessuali".

In Francia i casi segnalati di molestie sessuali e violenze sono aumentati nel corso di quest’anno, con circa 28 mila denunce registrate dalla polizia nei primi sette mesi del 2018, in aumento del 23 per cento rispetto al periodo dell'anno precedente, secondo il ministero dell'Interno.

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