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Germania, polizia contro governo: "Non fa nulla per fermare i raid anti migranti"

L’inerzia delle autorità a fronte dei raid anti-migranti in Germania avrebbe avuto inizio all’indomani dei “fatti di Chemnitz”

Germania, polizia contro governo: "Non fa nulla per fermare i raid anti migranti"

In Germania è stato appena pubblicato un duro dossier della polizia contro il governo Merkel, accusato di non avere fatto nulla finora per impedire le cacce ai migranti da parte dei militanti di estrema destra.

La Bpol, ossia le forze dell’ordine federali, ha infatti diffuso un rapporto in cui denuncia che, dall’agosto dello scorso anno, le autorità avrebbero dato prova di totale passivitàverso le cospirazioni e le violenze contro gli stranieri messe in atto dalle sigle neonaziste. In particolare, secondo il documento, i cui dettagli sono stati resi noti principalmente dal quotidiano Süddeutsche Zeitung e dalle emittenti Ndr e Wdr, l’inerzia dell’esecutivo avrebbe avuto inizio all’indomani dei “fatti di Chemnitz e, ad oggi, non sarebbe ancora cessata.

In seguito all’assassinio di un cittadino tedesco, avvenuto il 26 agosto 2018, in tale cittadina per mano di uno straniero, si sarebbe appunto scatenata un’ondata di aggressioni ad opera di esponenti neonazisti nei riguardi di soggetti immigrati. A fronte del moltiplicarsi dei “raid punitivi” effettuati dall’ultradestra, la polizia nazionale non sarebbe stata però affatto messa in grado da Berlino di contrastare il montare delle violenze. Il ministero dell’Interno non avrebbe appunto concesso ai tutori dell’ordine risorse umane e finanziarie adeguate a fermare le “cacce ai migranti”, che sarebbero occorse fino a oggi a una frequenza media di “75 al mese” e che continuerebbero ad avvenire allo stesso ritmo.

Dopo avere evidenziato l’impossibilità delle forze di sicurezza, prive di mezzi e uomini sufficienti, a fermare l’ondata di aggressioni scoppiata in Germania dopo i “fatti di Chemnitz”, il documento passa quindi a tuonare contro il responsabile dell’Interno, Horst Seehofer. L’esponente del governo Merkel viene infatti definito dal dossier “inadeguato all’incarico” e la sua volontà di non potenziare gli apparati di sicurezza in coincidenza con l’esplosione dei raid anti-immigrati viene interpretata dallo stesso rapporto come un indice di “connivenza verso le sigle neonaziste”.

Le critiche alle autorità contenute nel testo redatto dalla Bpol hanno subito indotto le opposizioni a chiedere le dimissioni dell’intera compagine governativa. I deputati del partito post-comunista Die Linke hanno appunto etichettato come “scandaloso” il fatto che la Germania abbia un esecutivo con“simpatie per l’ultradestra”, mentre I Verdi hanno incolpato la Merkel per avere “condannato all’impotenza” la polizia nazionale a fronte di una recrudescenza delle aggressioni contro gli stranieri.

Per il momento, né Seehofer né la cancelliera hanno rilasciato commenti sulla vicenda, mentre la Spd, partito attualmente alleato di governo della Merkel, ha esortato le forze dell’ordine a “rimanere entro i limiti delle loro prerogative, astenendosi dal pronunciare giudizi politici”.

Gli esponenti socialdemocratici hanno però lanciato contestualmente una stoccata al ministro dell’Interno, rinfacciandogli “troppa superficialitànella salvaguardia dell’ordine pubblico nazionale.

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