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Giappone, Abe vince a mani basse: a lui due terzi della Camera. Ma è record di astensione

Vittoria a mani basse per il premier di centrodestra. Ma i giapponesi hanno disertato le urne

Giappone, Abe vince a mani basse: a lui due terzi della Camera. Ma è record di astensione

Come i sondaggi avevano previsto il Giappone non volta le spalle a Shinzo Abe. Tutt'altro. Il primo ministro stravince le elezioni anticipate. Il premier uscente conquista almeno due terzi della Camera bassa. Il leader del Liberal Democratici (centrodestra), già premier dal 2006 al 2007, aveva scelto di andare alle elezioni dopo solo due anni dall’inizio del suo ultimo mandato. L’obiettivo che si prefiggeva era quello di ottenere una larga coalizione, in grado di poter approvare tutte le riforme di cui il Paese del Sol levante ha bisogno per uscire una volta per tutte dalla crisi.

Troppo risicata, infatti, era la maggioranza di Abe: prima dello scioglimento del 21 novembre, il premier contava su 326 seggi su 480, di cui 295 del suo partito e 31 dell’alleato New Komeito. Ora non avrà più alibi, potendo portare avanti, senza esitazioni, tutte le riforme che si propone di attuare. Il voto di oggi era considerato un referendum sul suo programma economico, battezzato Abenomics, elaborato sulla falsariga del programma di Quantitative Easing americano, di forti stimoli economici per innescare una fase di crescita dopo almeno due decenni di stagnazione e, più recentemente, di deflazione. Una "cura da cavallo" di cui il Giappone (e non solo lui) ha bisogno come il pane.

I risultati "indicano che gli elettori sperano che la Abenomics sia ulteriormente promossa", ha detto Abe in un commento a caldo. "La priorità è il rilancio dell’economia".

Tokyo ha chiuso il terzo trimestre con un calo del Pil dell'1,9% su base annua. Fitch ha messo sotto osservazione il rating sovrano per un possibile downgrade e la fiducia dei consumatori a novembre è decisamente calata. Tra le principali politiche portate avanti dal premier in questi anni al governo, il deprezzamento dello Yen e una politica monetaria volta ad aumentare l'inflazione, a combattere l'incombente deflazione e a stimolare la crescita.

Al voto solo un elettore su due

Sono andati a votare poco più del 52% dei giapponesi, nuovo minimo storico dopo il 59,32 del 2012. La bassissima affluenza spinge però molti ad interrogarsi se Abe abbia davvero vinto le elezioni e se quindi i giapponesi sostengono la sua Abenomics, o se gli elettori sono rimasti a casa sfiduciati dalla mancanza di alternative. In ogni caso dopo la fine dello spoglio l’appuntamento con la nuova Dieta è fissato già per il 24 dicembre quando Abe dovrà essere formalmente riconfermato premier. In attesa della fine della conta dei seggi i media nipponici danno l’Ldp di Abe ed gli alleati del Komeito a 333 sui 475 della Dieta (la Camera Bassa): numeri superiori alla maggioranza dei due terzi (317 deputati) necessari per

538em;">procedere senza intoppi con le sue riforme.

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