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La giornalista musulmana fa arrabbiare Aung San Suu Kyi

"Nessuno mi ha detto che stavo per essere intervistata da una musulmana", ha detto in un fuori onda la leader birmana durante un'intervista alla Bbc

La giornalista musulmana fa arrabbiare Aung San Suu Kyi

Momenti di forte imbarazzo durante un'intervista tv tra Aung San Suu Kyi e una giornalista della Bbc, Mishal Husain. Tutto è nato perché la giornalista ha chiesto conto alla leader dei diritti umani di alcuni suoi comportamenti equivoci segnalati nel libro "Lady And The Generals: Aung San Suu Kyi And Burma’s Struggle For Freedom" (di Peter Popham). L'accusa è questa: la Suu Kyi non avrebbe mai condannato apertamente le violenze subìte dalla minoranza islamica nel suo Paese.

La San Suu Kyi ha cercato di glissare, sottolineando che "ci sono molti buddisti che hanno lasciato il paese per diverse ragioni", aggiungendo poi che "è il risultato delle nostre sofferenze sotto il regime dittatoriale". La giornalista, però, non ha desistito, continuando a incalzare la sua "preda", chiedendole apertamente di condannare pubblicamente i suoi sentimenti anti islamici e i massacri di musulmani avvenuti in Birmania.

In un fuorionda la politica birmana si è lamentata (non si sa se con il suo staff o, molto più probabilmente, con i responsabili della Bbc): "Nessuno mi ha detto che sarei stata intervistata da una musulmana".

Aung San Suu Kyi sarà ministro degli Esteri della Birmania, e forse non solo. Il simbolo della dissidenza birmana, a cui la costituzione birmana impedisce di diventare presidente (perché ha figli "stranieri"), aveva detto che sarebbe stata "al di sopra del presidente". Ma il suo coinvolgimento nel nuovo governo birmano sarà ancora più diretto: potrebbe raccogliere anche due o tre dicasteri sui 21 da distribuire fra 18 ministri nell'esecutivo formato dal presidente eletto, Htin Kyaw. E nel quale sarà anche l'unica donna.

La notizia è stata confermata dal suo stesso partito, la Lega nazionale per la democrazia (Nld) e ripresa dai media, dopo che Htin Kyaw aveva confermato che San Suu Kyi era compresa nella lista del suo governo, che sarebbe stato formato in gran parte da esponenti a lei legati.

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