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La grande guerra digitale

Tra attacchi hacker e account violati, lo scontro tra Occidente e jihadisti si combatte anche a colpi di "bit"

La grande guerra digitale

I tempi cambiano e gli eserciti si adattano. Così si è passati dalle baionette della Prima guerra mondiale ai raid aerei e alla bomba atomica della Seconda. Fino ad arrivare a scontri sempre meno ravvicinati: nel 21esimo secolo la guerra si fa a colpi di bit. Jihadisti e occidentali, Oriente e Occidente si affrontano quotidianamente con scontri verbali, minacce, attentati e ritorsioni. Ma anche attacchi hacker lanciati da entrambe le parti a colpire i baluardi delle civiltà opposte. 

Solo oggi l'ultimo episodio: il "cybercaliffato" (l'esercito hacker dell'Isis) ha violato l’account Twitter del settimanale americano Newsweek con un messaggio di minacce a Barack Obama e alla sua famiglia. "#CyberCaliphate augura un San Valentino di sangue a #MichelleObama! Ti teniamo d’occhio, te, le tue ragazze e tuo marito", hanno scritto, mentre come avatar è impostata una foto in cui appariva un volto celato dietro una bandana con "Je suIs Is". Subito dopo un altro post minacciava: "Mentre gli Usa e i suoi satelliti stanno uccidendo i nostri fratelli in Siria, Iraq e Afghanistan, noi stiamo distruggendo la vostra sicurezza cibernetica dall’interno". L'attacco è durato solo pochi minuti: i responsabili di Newsweek sono riusciti subito a riportare alla normalità il profilo.

Newsweek isis

Proprio in questi giorni, tra l'altro, persino gli hacker di Anonymous - anarchici, paladini della libertà di espressione e spesso bollati come "delinquenti" anche dalla società occidentale - hanno deciso di scendere in campo contro gli estremisti islamici e, dopo aver violato e "spento" centinaia di account Twitter e Facebook di attivisti Isis e hanno identificato e rivelato il volto del numero uno della cyberjihad, il tunisino Majdi M. 

Una risposta dura quella di Anonymous, partita all'indomani della strage nella redazione di Charlie Hebdo, ma che era stata preceduta un altro grosso attacco dei jihadisti, che il 12 gennaio hanno violato addirittura il Centcom, il Comando Centrale del Pentagono che coordina le operazioni militari della coalizione in Medio Oriente. Ma non solo, a fine mese era stato rivendicato un attacco ai server di Facebook, Instagram e altri social network simbolo dei costumi occidentali. Dal canto suo, l'Occidente si organizza e, sulla scia di quello che ha già fatto Israele, dedica intere brigate degli eserciti (quelli che indossano davvero la mimetica stavolta) alla guerra digitale

Del resto ormai la nostra vita è sempre più governata da computer. Lo sanno bene i possessori di Playstation e Xbox che a Natale si sono ritrovati con le consolle inutilizzabili a causa di un attacco hacker dalla Corea alla Sony dopo le polemiche sul film The interview sul dittatore Kim Jong-Un.

Un allarme che aveva colpito anche i proprietari di diversi modelli di automobile

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