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Grecia nega estradizione di due No Expo arrestati

Il no riguarda due dei cinque arrestati ad Atene lo scorso 12 novembre nell’ambito dell’inchiesta sulla guerriglia urbana scoppiata a Milano il 1° maggio scorso, in concomitanza con l'inaugutrazione di Expo

Grecia nega estradizione di due No Expo arrestati

I giudici di Atene hanno negato l’estradizione di alcuni anarchici greci arrestati a novembre in relazione alla guerriglia urbana "No expo" del 1° maggio scorso a Milano. Il no riguarda due dei cinque arrestati ad Atene lo scorso 12 novembre nell’ambito dell’inchiesta della procura di MIlano, che aveva portato anche all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque antagonisti milanesi (uno è ancora latitante).

Dopo gli arresti su disposizione del gip di Milano Donatella Banci Buonamici, con al centro le accuse di devastazione e incendio, resistenza a pubblico ufficiale aggravata e travisamento, il Tribunale di Atene aveva, però, disposto la scarcerazione per i cinque anarchici greci, disponendo per loro l’obbligo di firma. In seguito, il ministero della Giustizia greco aveva posto come condizione per dare il via libera all’estradizione dei cinque giovani verso l’Italia la rassicurazione da parte dell’Italia che gli indagati avrebbero dovuto scontare l’eventuale pena definitiva nel loro Paese.

Tra i greci che avrebbero fatto parte del "blocco nero" che mise a ferro e fuoco Milano nel giorno d'inaugurazione di Expo, stando alle indagini condotte dalla Digos, c’è Alexandros Kouros: sarebbe stato il più pericoloso e il più attivo del gruppo negli incendi e nelle devastazioni. Da quanto si è saputo da fonti giudiziarie e legali milanesi, oggi i giudici di Atene, dopo un’udienza, hanno detto no all’estradizione verso l’Italia degli anarchici. Il provvedimento potrebbe essere legato al fatto che in Grecia non è prevista la fattispecie di reato di devastazione e saccheggio che in Italia prevede, invece, pene fino ai 15 anni di carcere.

È tuttavia raro che un Paese dell’Ue neghi l’estradizione di un arrestato verso un altro paese europeo. Estradizione che dall’Italia era stata richiesta, come prevedono le normative, sulla base del cosiddetto "Mae", mandato di arresto europeo.

Lo scorso 10 dicembre, invece, due dei quattro antagonisti italiani arrestati erano stati scarcerati e avevano ottenuto i domiciliari su decisione del Tribunale del Riesame di Milano.

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