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La guerra al Polo Artico: Putin apre altre sei basi

Le truppe di Mosca sta costruendo sei nuove basi militari permanenti. Così respingerà chi minaccia i suoi interessi economici nel Circolo Polare Artico

La guerra al Polo Artico: Putin apre altre sei basi

Come la Cina rivendica il 90% del isole del Mar Cinese Meridionale costruendo basi militari su strutture artificiali create su barriere coralline appena affioranti, così la Russia rivendica il controllo delle risorse energetiche sotto l'Artico creando una serie di nuove basi militari che circondano il Circolo Polare Artico. Un giro di affari da 90 miliardi di barili di petrolio e un tesoretto che, secondo le stime dell'Onu, vale il 30% delle riserve mondiali di gas.

Secondo quanto rivela il Times, le truppe di Mosca stanno portando a termine la costruzione di sei nuove basi militari permanenti per respingere chi minaccia i suoi interessi economici nella zona, a partire da Canada, Norvegia e Danimarca. L'operazione fa parte di un piano più ampio che prevede tredici piste di atterraggio e dieci nuovi sistemi radar a lungo raggio. Tra le nuove basi in fase di costruzione c'è anche quella di Trefoil sulla grande isola conosciuta come Terra di Alessandra (Zemlja Aleksandry) nel Mare di Barents dove tra pochi giorni arriveranno 150 soldati. Le altre nuove installazioni si trovano sull'isola di Kotelny nell'arcipelago della Nuova Siberia, sull'isola di Sredny nell'arcipelago Di Nicola II o Severnaya Zemlya, a Rogachevo sull'isola di Novaya Zemlya, a Wrangel e Cape Schmidt sulla penisola della Chukotka, ai confini con l'Alaska.

All'inizio del mese il ministero della Difesa russo ha annunciato di aver schierato in due basi, nell'arcipelago di Novaya Zemlya (la stessa di Rogachevo, isola tra il Mare di Barents e quello di Kara oltre il Circolo Polare Artico) e nel porto di Tiksi in Siberia, due batterie del loro più moderni e potenti sistemi anti-aereo: l'S-400. Si tratta dello stesso sistema d'arma schierato in Siria a protezione delle forze aeree russe dopo l'abbattimento il 24 novembre scorso di un Sukhou 24 da parte di 2 F-16 turchi. L'S-400 è un sistema composto da un mezzo semovente comando, due tipi di radar semoventi, che controllano fino ad un massimo 12 piattaforme di lancio semoventi, ognuna in grado di sparare quattro missili.

In questo modo un sistema S-400 può seguire e distruggere fino 80 obiettivi in cielo entro un raggio di 400 chilometri.

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