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Obama chiede una tregua incondizionata a Netanyahu

Per il presidente Usa si tratta di un "imperativo strategico". Il premier israeliano: Hamas viola il cessate il fuoco che ha dichiarato

Fumo sale dalle case del quartiere di Al Shejaeiya a Gaza
Fumo sale dalle case del quartiere di Al Shejaeiya a Gaza

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Obama chiede una tregua incondizionata a Netanyahu

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"Una tregua umanitaria immediata e senza condizioni". È questa la richiesta che il presidente statunitense Barack Obama ha fatto in serata in una telefonata con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, rassicurandolo anche sul fatto che ogni soluzione duratura al conflitto prevederà il disarmo di Hamas e dei gruppi che sono attivi nella Striscia di Gaza.

Il presidente americano ha espresso la sua preoccupazione per il "numero crescente delle vittime civili palestinesi e la perdita di vite israeliane così come per il peggioramento della condizioni umanitarie a Gaza" e chiesto che si utilizzi l'accordo per il cessate il fuoco mediato nel 2012, che pose fine all'operazione Pillar of Defense, come base su cui costruire la tregua.

Una voce, quella di Obama, che si aggiunge a quella del ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, che in serata ha chiesto "un reale cessate il fuoco e l'apertura di negoziati", sottolineando che "quali che siano le ragioni invocate, niente può giustificare tali scontri sanguinosi". Del conflitto israeliano-palestinese hanno parlato anche il ministro italiano Federica Mogherini e quello iraniano Javad Zarif.

Precedentemente Israele aveva respinto la proposta di cessate il fuoco del Segretario di Stato americano John Kerry e confermato invece di ritenere possibile soltanto il tentativo di mediazione egiziano. Le ragioni del "no", secondo il quotidiano israeliano Haaretz, sarebbero da cercarsi nelle mancate rassicurazioni sulla sicurezza di Israele nel testo statunitense.

Un portavoce di Hamas aveva annunciato nel pomeriggio che l'organizzazione palestinese avrebbe rispettato una tregua umanitaria di 24 ore a partire dalle 13, "in risposta all'intervento dell'Onu e considerando la situazione del nostro popolo e in occasione della Festa di Eid", che conclude il mese di Ramadan. Netanyahu aveva poi detto che proprio loro mettevano a repentaglio la tenuta del cessate il fuoco, continuando a lanciare razzi oltre i confini di Gaza. L'esercito israeliano aveva continuato a cercare i tunnell da smantellare.

Intervistato dalla Cnn, il premier israeliano aveva puntato il dito contro l'organizzazione palestinese, accusandola di esser responsabile per la morte delle vittime civili. "Noi diciamo ai palestinesi di andarsene, Hamas dice loro di rimanere. Perchè?". Nei venti giorni di scontro tra Israele e Gaza sono morti, secondo fonti ufficiali palestinesi, oltre 1030 persone.

43 i soldati israeliani rimasti uccisi.

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