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Hollande va a Canossa: cancellerà la supertassa sui ricchi

La misura si è rivelata dannosa e inefficace, sia a livello fiscale che a livello di immagine. Dopo due anni e mezzo, il presidente torna sui suoi passi

Hollande va a Canossa: cancellerà la supertassa sui ricchi

François Hollande va a Canossa. Riconosce che la supertassa sui ricchi è stata una mossa del tutto controproducente e prepara, in sordina, la marcia indietro.

Era il 2012 e il neoinsediato President lanciò una trovata in puro stile neogiacobino: un "contributo straordinario" del 75% sui redditi oltre il milione di euro. Anche i ricchi piangano, pur di salvare l'economia francese. Un'idea che però si limitò a provocare una fuga di massa dei super-ricchi, da Gérard Depardieu al re del lusso (poi rientrato) Bernard Arnault, proprietario del gruppo Lvmh.

Il provvedimento aveva avuto un iter assai complicato: prima bocciato dal Consiglio costituzionale transalpino, poi, dopo un'altalena di un anno e mezzo, il nuovo via libera con le opportune modifiche.

Oggi, a poco più di un anno dalla seconda approvazione della tassa-simbolo a cui tanto teneva la gauche, la stampa francese suona il De Profundis per l'odiato balzello, la cui soppressione è prevista per fine gennaio. I ricavi economici sono stati modesti, di gran lunga inferiori alle aspettative; a livello di immagine per la Repubblica, si è rivelata un disastro, soprattutto all'estero.

Nella sua forma rivista, per la verità, la tassa non si applicava al 75% di tutti i redditi dei multimilionari, ma solo a una parte del reddito di chi dichiarava più di un milione di euro all'anno. Ciononostante, la pessima gestione, mediatica e politica, dell'operazione, ha condotto la misura voluta da Hollande a un lungo ma inesorabile logoramento.

Acerrimo nemico della tassa sui super-ricchi è stato l'attore Gérard Depardieu, autoesiliatosi in Russia proprio per protestare contro l'imposta introdotta dal governo per spremere i milionari. Nel dicembre 2013, a minacciare lo sciopero furono le stelle della Ligue 1, la prima divisione di calcio transalpina.

A rinfocolare le polemiche contribuì anche il premier inglese David Cameron, che nel giugno 2012 dichiarò che la Gran Bretagna avrebbe steso "tappeti rossi" ai milionari francesi pronti a varcare la Manica per pagare le tasse al fisco di Sua Maestà.

Ora però, complici anche gli scarni risultati ottenuti in termini di incassi fiscali, persino un arcinemico della finanza e dei ricchi come Hollande ha dovuto fare marcia indietro.

Monsieur Depardieu, torni indietro, s'il vous plaît.

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