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Hotspot per migranti in Libia? ​Ora la Francia fa dietrofront

Macron risponde alla mossa di Gentiloni di schierare le navi davanti alla Libia: "Hotspot a terra entro l'estate". Ma poi dall'Eliseo smentiscono

Hotspot per migranti in Libia? ​Ora la Francia fa dietrofront

Una rete di hotspot francesi in Libia. La nuova iniziativa - unilaterale e azzardata - di Emmanuel Macron che ha annunciato la realizzazione dei centri per immigrati già nel corso di questa estate fa scoppiare la polemica. Un nuovo "schiaffo" all'Europa, trattandosi di una iniziativa non coordinata con le istituzioni comunitarie, ma anche all'Italia che sulla Libia ha preparato una agenda dettagliata, questa sì concordata con Bruxelles. L'iniziativa del presidente francese, inoltre, arriva a poche ore dall'annuncio della nazionalizzazione di Stx France che, nei fatti, toglie a Fincantieri il controllo della società d'Oltralpe. Nonostante l'attivismo francese, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, non tradisce nervosismo e, dopo aver incontrato il leader socialdemocratico tedesco, Martin Schulz, tiene il punto: "Abbiamo la nostra agenda, sull'immigrazione e sulla Libia", dice in conferenza stampa.

Insomma, l'Italia va avanti per la propria strada, anche perché è stato ed è tuttora, assicura Gentiloni, "il Paese più impegnato a promuovere la stabilizzazione in Libia" e a far compiere a questo processo "ulteriori passi avanti". Ecco perché il governo è deciso a rimanere concentrato sulla propria agenda per la Libia, il Medio Oriente e l'emergenza migranti: "Siamo impegnati sul piano dell'accoglienza, a cui non rinunciamo, e che ci vede impegnati a discutere con le Ong una serie di regole che rendano più sicuro il lavoro che portano avanti e che ci vede e ci vedrà protagonisti". Tanto che l'Italia si prepara a compiere un "passo ulteriore nell'assistenza alle autorità libiche nel controllo del territorio". Il riferimento è alla richiesta del premier Fayez Al-Sarraj all'Italia perché navi battenti il tricolore operino in acque libiche in funzione anti tratta di esseri umani. "Il fatto di inviare navi italiane", sottolinea Gentiloni, "lo considero un punto di svolta. Dobbiamo rafforzare le capacità di controllo, avere la possibilità di accogliere migranti, decidere i rimpatri per quelli che sono necessari e dare asilo a chi ne ha diritto". Senza fughe in avanti, è la tesi Gentiloni, i risultati arriveranno gradualmente. Una fuga in avanti è considerata, all'interno del governo, l'iniziativa di Macron. La priorità, viene spiegato da fonti dell'esecutivo, è quella di stabilizzare e riprendere il controllo del territorio, prima ancora di organizzare su di esso dei centri di raccolta. In questo senso il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, bolla come "battute improvvisate" quelle del presidente francese: "I campi in Libia vanno gestiti dalle organizzazioni internazionali, come l'Unhcr, non è una materia che si può affrontate con battute improvvisate".

La retromarcia di Macron

Che fosse un annuncio azzardato lo hanno fatto notare in molti, dal momento che l'apertura di hotspot in Libia deve essere concordata e gestita insieme alle organizzazioni internazionali. E così, secondo fonti dell'Eliseo interpellate dall'Ansa, la Francia ha smentito nettamente l'ipotesi di voler creare dei centri hotspot in Libia già da questa estate per esaminare la candidature dei richiedenti asilo, precisando che una simile ipotesi potrebbe diventare eventualmente di attualità solo quando la sicurezza del Paese verrà pienamente garantita. Il presidente del consiglio Paolo Gentiloni ha ricevuto nel pomeriggio una telefonata del presidente francese Emmanuel Macron. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

Al centro del cordiale colloquio i temi migratori, la Libia e la questione Fincantieri.

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