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"I veri comunisti non giocano a poker"

In Cina gioco vietato ai funzionari di partito

"I veri comunisti non giocano a poker"

Pechino - Il mah-jong , tradizionale gioco di società cinese, è finito nel mirino del presidente Xi Jinping, che da due anni sta conducendo una campagna contro la corruzione a colpi di denunce e di arresti.

Il mah-jong - una sorta di ramino che si gioca con piccole «carte» rettangolari che in passato erano fatte di bambù o di avorio e ora di celluloide o nylon - è largamente diffuso in tutta la Cina almeno da duecento anni. Alcuni storici fanno risalire la sua invenzione ancora più indietro negli anni e addirittura a Confucio, il filosofo vissuto 500 anni prima di Cristo. Ma ora è sotto il tiro dei moralizzatori che dominano il Partito comunista da quando Xi Jinping, nel 2012, è salito al potere.

Secondo il Quotidiano del Popolo , giornale che rispecchia le opinioni dei massimi dirigenti del partito, «il fenomeno di funzionari comunisti che si recano in vacanza nelle aree rurali per divertirsi giocando a mah-jong e a poker deve decisamente finire». Il mah-jong , insomma, è una delle «stravaganze» dei funzionari alle quali è necessario «mettere risolutamente fine». Il giornale prosegue prendendo di mira «le spese di denaro pubblico per visitare luoghi di importanza storica in nome dello studio e poi di andarsene in posti antichi a divertirsi». La campagna contro la corruzione - che ha colpito finora soprattutto avversari politici del presidente, come l'ex capo dell'apparato di sicurezza Zhou Yongkang - ha già fatto «vittime collaterali», provocando una netta diminuzione dei viaggi all'estero e dei banchetti, che spesso venivano offerti dagli alti funzionari ai loro ospiti.

In passato, il Quotidiano del Popolo ha denunciato le «saune segrete» mascherate da tenute agricole frequentate da membri del Partito e gli acquisti di superalcolici nascosti in bottiglie di acqua minerale. Ai funzionari è stato vietato di recarsi a giocare d'azzardo nei casinò di Macao, per i quali rappresentano la principale fonte di profitti.

Nei giorni scorsi è stato annunciato che verranno chiusi i club privati che sorgono in edifici storici e parchi, molto comuni in tutta la Cina e in particolare a Pechino.

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