Mondo

Rwanda, un imam inneggia all'Isis, la polizia lo uccide

In Rwanda un imam faceva proselitismo in una moschea e cercava foreign fighters da mandare a combattere in Siria, la polizia ha ucciso l'uomo mettendo fine così al primo e unico caso di propaganda islamista nel piccolo stato africano

Soldati congolesi vicino alla città di Kibumba, al confine con il Rwanda
Soldati congolesi vicino alla città di Kibumba, al confine con il Rwanda

Un imam che fa proselitismo per la causa jihadista e che cerca uomini da inviare a combattere in Siria. Una storia che negli ultimi anni si è sentita ovunque. Dal Nord Africa all'Europa, autorità religiose islamiche che abbracciano la causa dell'Isis e che attraverso le moschee creano una rete di contatti per inviare nuovi combattenti sulle barricate del Califfato. Storia già tristemente nota, ma in Ruanda, come questa si è verificata, immediatamente è stata stroncata.

Nel Paese africano infatti un Imam, per la prima volta nella storia del piccolo stato, ha cercato di arrolare uomini da mandare ad allungare le fila dello Stato Islamico, ma com'è stato scoperto, subito sono intervenute le forze di sicurezza del Paese, che l'hanno ucciso.

Muhammad Mugemangango, questo il nome dell'imam, sabato stava accompagnando gli uomini della polizia a effettuare una perquisizione nel proprio domicilio, quando, stando alla ricostruzione fatta dalle forze dell'ordine, avrebbe cercato di scappare. Immediati sono partiti gli spari da parte degli agenti di sicurezza che l'hanno freddato. L'imam, che predicava nella moschea di Kimiromko nella capitale è stato denunciato dai cittadini stessi e Celestin Twahirw, portavoce della polizia ha così commentato l'episodio ''Noi siamo venuti a conoscenza della formazione di una rete di reclutamento di combattenti jihadsiti grazie alle segnalazioni della popolazione. Immediato è stato l'intervento delle forze dell'ordine.

Noi continuiamo a monitorare la situazione del terrorismo nel nostro paese, anche se sino ad ora non si sono mai registrati casi di islamisti ruandesi e neppure di foreign fighters partiti dal Ruanda e andati in Siria. Questo è stato il primo caso di un predicatore jihadista''

Commenti