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Divorzio musulmano è a portata di smatphone e le donne dicono “no”

In India bastano poche parole, o meglio, una soltanto (“talaq” ossia “io divorzio da te”) ripetuta per tre volte a liquidare, come per magia, una moglie ormai sgradita

Divorzio musulmano è a portata di smatphone e le donne dicono “no”

Bastano poche parole, o meglio, una soltanto (“talaq” ossia “io divorzio da te”) ripetuta per tre volte a liquidare, come per magia, una moglie ormai sgradita abbandonandola al suo destino.

Siamo in India dove il “divorzio breve” avviene a tempo di record grazie ad un’antica interpretazione della legge islamica che – ovviamente – accorda il diritto di pronunciare detta formula solo al marito. Ennesima disparità di genere che fa rabbrividire gli occidentali più conservatori. Ma per chi s’interroga sulla sopravvivenza di un’interpretazione coranica tanto arcaica ai giorni di oggi c’è in serbo una risposta beffarda. La modernizzazione del “triplo talaq” è già avvenuta ma non è andata nella direzione auspicata. La formula di ripudio, infatti, lungi dall’esser limitata o dismessa può invece contare su un’insolita alleanza: quella con la tecnologia. Così il marito stufo della moglie può darle il benservito senza neanche doverla guardare negli occhi. La formula, infatti, può esser comodamente pronunciata via telefono o digitata tramite messaggio affidandosi persino alla messaggistica istantanea di WhatsApp.

Shavista Sheik, ad esempio, quattro anni fa riceve una telefonata del marito. “Talaq… talaq… talaq…” dice lui dall’altra parte della cornetta e riaggancia. Il matrimonio è sciolto e lei si ritrova in mezzo ad una strada. “Gli uomini pensano che siano sufficienti tre parole per scrollarsi di dosso le loro responsabilità – racconta Shavista alla BBC – ma non si rendono contro che quelle tre parole possono distruggere la vita di qualcuno”. Shavista non è la sola a pensarla così. Un sondaggio condotto dal Bharatiya Muslim Mahila Andolan – organizzazione di donne islamiche con sede a Mumbai – su un campione di 5.000 donne musulmane in dieci Stati della federazione indiana ha rivelato che il 92% delle intervistate vorrebbe l’abolizione del “triplo talaq”.

Per questo motivo le associazioni di donne musulmane indiane hanno deciso di uscire allo scoperto presentando alla Corte Suprema di Delhi la petizione che investe il supremo giudice di vagliare la costituzionalità di questa usanza.

Il dibattito è appena cominciato e – considera la longevità di tale pratica e la pretesa “non negoziabilità” imposta dalle comunità islamiche più resilienti – c’è da scommettere che per l’abolizione del “triplo talaq” non basterà un click.

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