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Inneggia a Isis, giudice lo libera: "Ma studi i veri valori dell'islam"

Così il tribunale testa il percorso di de-radicalizzazione per potenziali jihadisti

Inneggia a Isis, giudice lo libera: "Ma studi i veri valori dell'islam"

Originario dell'Albania, ma residente in provincia di Bari, a rischio di commettere atti di terrorismo. È questo il sommario identikit di un uomo che la polizia ha messo sotto sorveglianza speciale, dopo avergli trovato sul cellulare immagini e video che esaltavano il sedicente Stato islamico (Isis), nonché fotografie in cui imbracciava un mitra.

Sui social post con i consueti temi della propaganda jihadista, dal "vero terrorismo" degli Stati occidentali alla condivisione di un'intervista ad Anjem Choudary, fondamentalista britannico condannato ad agosto dello scorso anno per sostegno all'Isis, ma che già da anni aveva mostrato il suo vero volto, pur evitando la cattura per estremismo.

Lo stesso che nel 2015, a Gli occhi della guerra, diceva: "Porteremo la Sharia ovunque anche a Roma, non necessariamente col sangue, basta sottomettersi a Dio, come hanno fatto la Malesia o l’Indonesia. Poi vi accorgerete che sarà una liberazione".

Queste le ragioni per cui il tribunale di Bari ha tolto passaporto e documenti validi per l'espatrio all'uomo di origine albanese, prescrivendo per lui anche due anni di sorveglianza speciale e il divieto di accesso a internet. Ma a colpire è un ulteriore misura: il percorso di studi dei valori della religione islamica, accanto a una guida da scegliere insieme alle associazioni islamiche.

Un approccio nuovo, quello della deradicalizzazione, almeno in Italia.

Un percorso che tenta il recupero sociale non allontanando i "convertiti" dall'estremismo, ma insegnandolo piuttosto a distinguere religione e perversione terroristica.

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