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L'Occidente teme i caccia russi acquistati da Teheran

I diretti antagonisti dei Su-30 iraniani sarebbero i caccia israeliani ed americani. Accordo formalizzato già nelle prossime ore a Mosca

L'Occidente teme i caccia russi acquistati da Teheran

L’Iran vuole i caccia intercettori a lungo raggio Su-30 russi. Il potenziale acquisto sarà discusso già nelle prossime ore, durante il pianificato viaggio a Mosca, del Ministro della Difesa iraniano, Hossein Dehghan. Il generale Dehghan, dopo la fine delle sanzioni in base al rispetto dell’accordo sul nucleare, ha ricevuto via libera per avviare un imponente programma di riarmo. Il primo punto in programma riguarda la consegna finale dei sistemi di difesa aerea S-300. Il contratto da 800 milioni di dollari per cinque sistemi Almaz-Antey S-300 era stato siglato nel 2007. La fornitura fu poi congelata a seguito delle sanzioni imposte dalle Nazioni Unite alla Repubblica Islamica. Fornitura ritornata valida dopo gli accordi sul nucleare siglato tra le potenze mondiali e l’Iran e la fine delle sanzioni. Israele ha cercato, invano, di bloccare la vendita dei sistemi S-300. Il motivo è facilmente intuibile: una linea difensiva, schierata a ridosso degli impianti nucleari di Teheran (ritenuti i primi obiettivi in caso di attacco israeliano), provocherebbe quasi certamente delle pesanti perdite. Se gli S-300 dovessero entrare in possesso degli Hezbollah, la supremazia aerea regionale di Israele verrebbe messa in discussione. Ma sul taccuino del Ministero della Difesa iraniano c’è anche il caccia intercettore Sukhoi Su-30 “Flanker”.

“L’Air Force iraniana ha bisogno del Su-30. Abbiamo posticipato a lungo l’acquisizione, adesso è giunto il momento di siglare i contratti”.

Più che una visita di cortesia, Dehghan è da questa mattina a Mosca per siglare accordi miliardari. Il Su-30, 40 milioni di dollari a velivolo, è il caccia scelto dagli iraniani per modernizzare l’aviazione. Teheran potrebbe optare per la variante avanzata già acquistata da India, Malesia, Algeria ed in servizio con l’aviazione Russia o per la versione M2 (la più economica), priva di alcune migliorie strutturali e con un’avionica meno completa. Il Su-30, però, aumenterà significativamente le capacità dell’aviazione iraniana che ancora oggi ha in linea pochissimi F-14A Tomcat ed una ventina di MiG-29. Il resto della sua flotta è composta da vecchi caccia americani (F-4/F-5) e cinesi, a sua volta copiati dai MiG-19/21 russi. L’Iran ha fino ad oggi modificato le cellule dei Northrop F-5 o presentato al pubblico prototipi di cartapesta come il Qaher-313. In una recente simulazione, l’ultima versione del Su-30 ha dimostrato le sue capacità nel combattimento manovrato contro l’F-35 (che non è stato concepito per il dogfight, essendo una piattaforma tattica).

I diretti antagonisti dei Su-30 iraniani, che dovrebbero acquistare la versione depotenziata, ma comunque altamente capace della piattaforma russa, sarebbero gli F-15/F-16 israeliani seguiti dagli F-18 Hornet degli USA.

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