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Iran, uno scandalo nepotismo si abbatte sul presidente Rouhani

Le feroci polemiche innescate dalla vicenda hanno però prodotto un primo risultato: le dimissioni del genero di Rouhani dal ruolo di consigliere del ministro del Petrolio

Iran, uno scandalo nepotismo si abbatte sul presidente Rouhani

Il presidente iraniano Hassan Rouhani è finito in questi giorni al centro di uno scandalo nepotismo. Secondo diversi parlamentari conservatori, il leader riformista avrebbe “esercitato pressioni” affinché a un membro della sua famiglia venissero assegnati “importanti incarichi pubblici”.

Kambiz Mehdizadeh, ingegnere trentenne nonché genero del presidente della repubblica islamica, è infatti divenuto pochi giorni fa “consigliere” del ministro del Petrolio. Quest’ultimo, Reza Rahmani, gli ha affidato anche la direzione dell’ufficio preposto alle prospezioni geofisiche e alle ricerche minerarie. Tuttavia, ad avviso del deputato conservatore Mohammad Esmaeil Saeidi, l’assegnazione a Mehdizadeh di tali incarichi pubblici sarebbe stata direttamente “favorita” da Rouhani.

Le accuse avanzate dal parlamentare sono state subito riportate dall’agenzia di informazione Tasnim e hanno innescato feroci critiche dell’opinione pubblica iraniana ai danni del presidente riformista. Sulle piattaforme social, infatti, sono comparsi commenti sempre più duri nei confronti del capo dello Stato e molti internauti ne hanno persino invocato le “dimissioni”. In alcuni post, quest’ultimo viene additato come il simbolo di una “politica corrotta e clientelare” e addirittura come un “nemico della nazione”.

Reza Rahmani, il ministro che ha conferito gli incarichi pubblici incriminati al genero di Rouhani, ha reagito al montare delle polemiche ribadendo la “correttezza” del suo operato: “La nomina di Mehdizadeh è stata giustificata esclusivamente dalle competenze da egli possedute e il fatto che fosse il genero del presidente non ha minimamente influito sulle mie decisioni”. Il capo dello Stato, invece, non ha per il momento rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla vicenda.

Le feroci polemiche innescate dalla vicenda hanno però prodotto un primo risultato: le dimissioni di Mehdizadeh.

Il genero del presidente iraniano ha infatti rinunciato al ruolo di “consigliere” del ministro del Petrolio dichiarando di volere proseguire la propria “attività scientifica e professionale”.

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