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Isis rivendica nuovo attentato in Pakistan: 25 morti

La costola dell'Isis in Pakistan ha rivendicato tramite l'agenzia Amaq un nuovo attentato. Il bilancio è di 25 morti, è rimasto ferito anche il vice presidente del Senato pachistano

Isis rivendica nuovo attentato in Pakistan: 25 morti

“Un martire dello Stato islamico ha colpito con un giubbotto esplosivo il convoglio del vicepresidente del Senato del Pakistan, Abdul Ghafoor Haideri, nella località di Mastung, a sud della città di Quetta”, si legge nella rivendicazione diffusa oggi dalla famigerata agenzia stampa Amaq.

Il bilancio dell’attentato al convoglio su cui viaggiava il vicepresidente del Senato del Pakistan è di almeno 25 morti e 35 feriti, 10 dei quali in condizioni critiche. Era Haideri, esponente di spicco della destra sunnita e della coalizione di governo, l’obiettivo mancato dell’attentato.

Parlando al telefono con la Reuters, pochi minuti dopo l’esplosione, l’esponente di Islamabad ha riferito di avere riportato ferite lievi provocate dai frammenti di vetro del parabrezza. Immediata la condanna del premier Nawaz Sharif e del ministro dell’Interno Chaudhry Nisar Ali Khan.

L’operazione terroristica è avvenuta nella provincia “calda” del Belucistan, confinante con Afghanistan e Iran, dove sono attivi tanto i gruppi separatisti, quanto le milizie talebane e quelle affiliate allo Stato islamico. Per questa ragione, prima della rivendicazione, gli inquirenti si sono mossi in più direzioni.

Oggi la scoperta. Dietro all’ennesimo attacco kamikaze c’è l’Is-Khorasan, costola delle bandiere nere che si è staccata dal movimento dei Talebani pakistani. Uno degli attentati più sanguinosi rivendicati dal branch del Califfo in Pakistan è stata la strage dello scorso febbraio al santuario sufi di Lal Shahbaz Qalandar, nella provincia del Sindh, costata la vita a 88 persone.

L’arrivo delle bandiere nere in Pakistan risale alla fine del 2014, anno che coincide con il momento di massima espansione dell’organizzazione terroristica culminato con la proclamazione, il 29 giugno, dello Stato islamico e con l’investitura di Abu Bakr al-Baghdadi a “Califfo dei musulmani”.

In un video diffuso sul web, alla fine dello stesso anno, donne e ragazze della madrasa Jamia Hafsa di Islamabad rivolgono al Baghdadi ed ai “fratelli mujahiddin” un’invocazione: “Oh Allah, porta il regime del Califfato islamico in Pakistan e ovunque nel mondo”.

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