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Israele vuole l'F-15X Storm Eagle

Israele pronto ad acquistare dagli Stati Uniti l'ultima versione dell'Eagle in grado di trasportare 24 missili aria-aria

Israele vuole l'F-15X Storm Eagle

Israele starebbe per acquistare una nuova flotta di F-15 Eagle. Il governo israeliano avrebbe già inviato formale richiesta al Congresso degli Stati Uniti per finalizzare l’accordo di 25 caccia da superiorità aerea F-15IA (Israeli Advanced) della Boeing. La nuova flotta F-15 andrebbe vista come asset complementare all’F-35 Adir e non come alternativa alla piattaforma tattica di quinta generazione. Il primo F-15IA dovrebbe essere consegnato nel 2023. Nel frattempo, l'aviazione israeliana continuerà ad acquistare l'F-35. L’acquisto del nuovo sistema d’arma della Boeing sarà finanziato grazie ai fondi garantiti del nuovo Memorandum Of Understanding siglato tra Stati Uniti ed Israele.

Il più grande accordo di assistenza militare estero mai siglato nella storia degli Stati Uniti

Nel settembre del 2016 Stati Uniti ed Israele siglarono un nuovo programma di assistenza militare decennale pari a 38 miliardi di dollari. Il precedente Memorandum Of Understanding era fissato a 3,1 miliardi di dollari l'anno. A partire dall’esercizio di bilancio 2019, gli Stati Uniti garantiranno finanziamenti per 3,8 miliardi di dollari l’anno. Il nuovo Memorandum Of Understanding scadrà nel 2028. Israele chiedeva aiuti militari con budget ritoccato a 4,5 miliardi di dollari l’anno. I 38 miliardi di dollari saranno cosi divisi: 33 miliardi in forniture militari ed i restanti cinque per la difesa missilistica. Fino all’esercizio di bilancio 2018, l’intero asset missilistico di difesa di Israele veniva finanziato separatamente dal Congresso su base annua per oltre 600 milioni di dollari. Nel nuovo programma di assistenza militare, Israele è obbligata a reinvestire le somme ottenute nell’industria americana. Cancellata, quindi, la possibilità, in vigore fino allo scorso anno fiscale, di investire parte delle somme ottenute dagli Usa nelle industrie israeliane. Il nuovo programma di assistenza militare non può essere rinegoziato per legge.

Quale versione dell’F-15 giungerà in Israele?

L’evoluzione dell’F-15: dall’Eagle alla configurazione X

L’F-15 Eagle, introdotto per la prima volta nel 1972, è uno dei migliori caccia da superiorità aerea del pianeta. L'F-15 non è una piattaforma stealth: Il suo punto di forza è la capacità di carico utile. Nella sua prima configurazione aria-aria, l’Eagle trasportava quattro missili a corto raggio AIM-9 Sidewinder e quattro missili a medio raggio AIM-7 Sparrow. La configurazione aria-aria dell’F-15 è rimasta la medesima negli anni. Oggi il caccia di quarta generazione della Boeing (non implementa tecnologia stealth) è solitamente armato con quattro missili AIM-9X Sidewinder e quattro AIM-120 AMRAAM. Il caccia da dominio aereo F-22 Raptor può trasportare quattro Sidewinders e sei AMRAAM. La piattaforma tattica F-35, concepita esclusivamente per il combattimento oltre il raggio visivo e non per il combattimento manovrato, può trasportare quattro AMRAAM.

F-15SE Silent Eagle

Nel 2010 Boeing propose la piattaforma F-15SE Silent Eagle, espressamente concepita per ridurre la sezione radar equivalente del caccia da superiorità aerea. La cellula, rivestita con materiale radar assorbente, era equipaggiata con stive interne. Il Silent Eagle, upgrade dell’ F-15E Strike Eagle, era stato progettato per tentare di ridurre il gap tra la tipica cellula di quarta generazione dell’F-15 con quelle di 4,5 che implementano alcuni accorgimenti per ridurre la sezione radar equivalente. Soltanto un prototipo F-15SE Silent Eagle è stato realizzato con radar AESA e suite Digital Electronic Warfare.

F-15 2040C Advanced Eagle, il moltiplicatore di forze

Da otto a sedici missili aria-aria

Lo scorso anno Boeing propose l’Advanced Eagle o F-15 2040C in ruolo arsenale volante. Il pacchetto F-15 2040C consente all’Eagle di raddoppiare il numero dei missili trasportati. L’aggiornamento Golden Eagle conferisce agli F-15C maggiore autonomia ed avionica di ultima generazione. Secondo la Boeing il pacchetto di aggiornamento “aiuterà l’aviazione americana a mantenere le sue capacità di Air Dominance fino all’avvento della prossima generazione di velivoli”. Nello specifico, l’F-15 2040C può trasportare sedici missili aria-aria ed è equipaggiato con il Talon HATE, una completa suite di comunicazione integrata con il Raptor tramite l'Intra Flight Data Link (IFDL). Il pacchetto comprende anche il radar attivo a scansione elettronica Raytheon APG-63 (v)3 ed i sistemi di guerra elettronica Eagle Passive/Active Warning Survivability System (EPAWSS). L’F-15 2040C è stato concepito come primo moltiplicatore di forze nell’era dell’ arsenale volante. Boeing, infine, propone all’Air Force una serie di modifiche per l’estensione della vita operativa degli F-15C che consentirebbero una migliore capacità di integrazione con le piattaforme di quinta generazione come l’ F-22 Raptor della Lockheed Martin.

F-15X Storm Eagle

Da sedici a ventiquattro missili aria-aria

Con l’F-15X, presentata lo scorso lulgio, Boeing ha probabilmente spinto al massimo l’evoluzione della cellula dell’Eagle. La versione X, da noi battezzata Storm Eagle, è in grado di trasportare 24 missili aria-aria. Si tratta di una incredibile configurazione aria-aria concepita chiaramente in ruolo arsenale volante. Ancora oggi non è chiaro come l’azienda statunitense sia riuscita ad implementare due dozzine di missili nella cellula dell’Eagle. Probabilmente innovativi quad- pack e stive interne: ricordiamo gli studi della Boeing sul concetto CWB-CFT riconfigurabile testato sul Silent Eagle. L'F-15X sarà anche in grado di trasportare missili anti-nave ed ipersonici. Lo Storm Eagle sfrutta il know-how dell'F-15SA venduto all'Arabia Saudita come il controllo di volo fly-by-wire, il radar AESA APG-82, il sistema di ricerca e tracciamento ad infrarossi Tiger Eyes ed i motori F-110-GE-129. Lo Storm Eagle implementa anche l'avanzato sistema di sorveglianza elettronica Eagle Passive Active Warning Survivability System (EPAWSS) ed il Joint helmet-mounted cueing system (JHMCS II) già testato nel Silent Eagle. La variante X trae quindi beneficio dagli aggiornamenti finanziati dagli alleati che hanno acquistato negli anni l'F-15. Arabia Saudita, Qatar, Singapore e Corea del Sud hanno speso collettivamente circa 5 miliardi di dollari per sviluppare nuove tecnologie per i loro Eagle. Si prevede un costo di circa 27.000 dollari l'ora per far volare l'F-15X: 5.000 in meno rispetto ad un F-15E. La cellula dello Storm Eagle ha una durata media di ventimila ore di vita, che si traduce in 80 anni di servizio.


F-15X Storm Eagle: Il primo arsenale volante

Uno dei principali limiti della configurazione a bassa osservabilità è determinato dal carico interno delle piattaforme di ultima generazione. La capacità di trasportare internamente i sistemi d’arma è prerogativa essenziale per un profilo stealth pulito. Il problema è che l’F-22 trasporta soltanto sei missili BVR, l’F-35 soltanto quattro. La soluzione prospettata dell’Air Force è l’arsenale volante che si basa su una piattaforma, inizialmente sarà il B-52, in grado di trasportare dalle retrovie decine di missili e bombe di precisione. Un’idea che l’Air Force ha preso in prestito dalla Marina, che ha convertito quattro sottomarini balistici classe Ohio per il trasporto di154 missili da crociera Tomahawk al posto dei 24 Trident. Appare evidente quanto l’Air Force faccia affidamento sulle piattaforme di quinta generazione, ma sembra più un esercizio dialettico che un reale piano operativo. Numeri alla mano, il Pentagono non può di certo sperare di presidiare le aree sensibili del pianeta e riuscire, allo stesso tempo, a vincere una guerra con la Cina o la Russia con soli 60/70 Raptor (123 convertiti al combattimento, ma bisogna considerare gli altri teatri ed i caccia in manutenzione). Da rilevare che per i militari statunitensi il combattimento ravvicinato è ormai fuori moda, ritenendo la migliore tecnologia implementata nelle piattaforme a decretare la vittoria nei contesti del futuro. Nella nuova dottrina, al caccia di quinta generazione spetterebbe l’avanscoperta oltre il raggio visivo grazie all’avionica di ultima generazione. Una volta identificata la minaccia, il caccia collegato in rete con l’arsenale volante, trasferirebbe le informazioni di targeting. L’Air Force spinge per avere in linea delle forze da combattimento integrate in grado di svolgere svariati compiti in una sola missione. Le piattaforme stealth che non avrebbero più la necessità di sporcare il profilo, continuerebbero a coordinare molteplici attacchi dagli arsenali volanti operativi nelle retrovie. La capacità interna di un F-35, con tutte la buone intenzioni che si possano avere e provare per lo JSF, non è da caccia puro da superiorità aerea come l’F22. L’Arsenale volante rappresenta l’ennesimo mutamento negli indirizzi strategici per sopperire al divario numerico tra le piattaforme statunitensi e quelle nemiche.

Il programma F-35 di Israele

Il sette dicembre dello scorso anno Israele ha raggiunto la Capacità Operativa Iniziale dello Squadrone Golden Eagle (140) formato da nove F-35. I primi due squadroni F-35 di Israele saranno formati da 50 piattaforme tattiche. Come sappiamo l’F-35I è una piattaforma tattica profondamente diversa da quelle che Lockheed Martin consegnerà ai partner del programma JSF. L’esatta natura delle alterazioni esterne ed interne non è chiara, ma senza dubbio l’F-35 di Israele differisce significativamente dalle tre versioni della Lockheed. I primi 19 F-35 acquistati da Israele hanno avuto un costo di 125 milioni di dollari ad unità, sceso a 112 milioni di dollari per il secondo lotto formato da 14 velivoli. Gli ultimi 17 F-35 avranno un costo unitario di 100 milioni di dollari. Il prezzo si riferisce esclusivamente all’acquisizione e formazione del personale e non alla manutenzione ed alla logistica. Il nuovo centro di formazione per gli F-35 israeliani si trova nella base aerea Nevatim, nel Negev. Nel 2016 Lockheed Martin ha annunciato di aver selezionato Elbit Systems per l’implementazione dei simulatori. Quest’ultima fornisce servizi di outsourcing per la forza aerea F-15/ F-16 nella base di Hatzor. Elbit Systems, infine, è leader mondiale nel settore dei display ad alta tecnologia. Oltre il 50% della formazione si svolge sui simulatori avanzati: in questo modo si riducono i costi per la formazione dei piloti. I 33 F-35A Conventional Take Off and Landing, o CTOL, acquistati attraverso il programma delle Foreign Military Sales (FMS) saranno consegnati entro il 2021: la fornitura sarà completata entro il 2024. Per quell’anno l’IAF avrà una flotta di 50 F-35 Adir basata su due squadroni schierati nella base aerea di Nevatim, nel sud di Israele. Israele dovrebbe acquistare a tasso ridotto (3 velivoli l'anno) un terzo squadrone F-35 a partire dal 2024. La flotta IAF del 2032 dovrebbe essere composta da 75 piatatforme tattiche stealth F-35.

F-35 Adir: letale ma costoso

Ribattezzato Adir, in ebraico Il Grande, l'F-35 rappresenta un tassello aggiuntivo molto importante per il mantenimento della superiorità militare di Israele nell’area del Medio Oriente. L’F-35 combina una tecnologia stealth avanzata ed un sistema di sensori totalmente integrato, la capacità netcentrica nelle operazioni ed il supporto avanzato. Israele contribuisce al programma F-35 con la produzione di semi-ali per l’F-35A da parte delle Israel Aerospace Industries. Elbit Systems Ltd. realizza il casco Generation III Helmet-Mounted Display, che sarà utilizzato dai piloti dell’F-35 in tutto il mondo. Componenti compositi per la parte centrale della fusoliera dell’F-35, infine, sono realizzati da di Elbit Systems-Cyclone. La piattaforma tattica F-35 è un sistema d’arma in divenire, progettata per contesti futuri per minacce oltre il raggio visivo. Israele considera l’F-35 come la migliore piattaforma tattica in inventario, tuttavia il governo ne ha riconosciuto l’elevato costo, richiedendo una meticolosa valutazione prima di ogni qualsiasi ordine futuro. Considerando i costi, l'IAF utilizzerà l’F-35 in operazioni classificate per la raccolta di informazioni elettroniche o per eliminare bersagli a lungo raggio protetti da sistemi integrati di difesa di ultima generazione.

Le concessioni ad Israele

Israele ha ricevuto negli anni delle versioni pesantemente modificate degli F-15 e F-16 ricevuti dagli Stati Uniti. Lockheed Martin ha prodotto una versione speciale del caccia F-16 dotato di Conformal Fuel Tanks, AGP-68(V)X Radar, Helmet Mounted Cueing System, Dorsal spine Avionics Compartment e comunicazione satellitare per le forze aeree israeliane. Fin dal 2015 Lockheed Martin è al lavoro per soddisfare una particolare esigenza del Ministero della Difesa israeliano: estendere il raggio d’azione dell’F-35 di almeno il 30%. L’F-35 israeliano sarà senza dubbio caratterizzato da sistemi avanzati ed un maggiore raggio d’azione. La IAF ha già richiesto serbatoi supplementari specifici così da non inficiare il profilo del caccia e le sue caratteristiche stealth. Israele è interessata ad estendere il raggio d’azione dello JSF per ridurre i rifornimenti in volo nelle missioni a lungo raggio. L’attuale raggio d’azione di un F-35 è di circa 1150 km. Se l’F-35 israeliano incrementasse del 30% il suo flight range potrebbe colpire obiettivi iraniani. Tuttavia il caccia avrebbe sempre necessità di un rifornimento in volo (l’IAF ha una capacità limitata), considerando che gli obiettivi iraniani si trovano ad una distanza minima di almeno 1000 km. In ogni caso, Israele ha le capacità di modificare pesantemente l’F-35, stravolgendone anche la cellula. In teoria, qualsiasi modifica al design del velivolo o al software dovrebbe essere compiuto dopo la firma di un accordo consensuale tra le parti. Tel Aviv, secondo prassi consolidata, è stata autorizzata ad implementare hardware indigeno e svariati sistemi di guerra elettronica. L’esatta natura delle alterazioni (esterne ed interne) non è chiara, ma alcune di queste dovranno essere scritte nel prezioso codice sorgente, gelosamente custodito dagli USA. E’ un’eccezione per l’alleato nel Medio Oriente, che non sarà mai consentita ad altri partner.

Sebbene l'F-35I sia basato sull'F-35A dell'Aeronautica USA, non conosciamo la reale configurazione e le funzionalità degli Adir. Ignoriamo le modifiche apportate a quell’unico F-35 acquistato da Israele nel maggio dello scorso anno come banco di prova. Probabilmente tutti gli Adir che hanno raggiunto la Capacità Operativa Inziale implementano i nuovi aggiornamenti software indigeni. Solo indiscrezioni, infine, su una nuova versione dell’F-35 progettata da Lockheed, che dovrebbe essere consegnata entro il 2020, per rispondere ai particolari requisiti operativi di Israele.

Probabilmente la più grande concessione fatta ad Israele riguarda il diritto di eseguire la completa manutenzione degli Adir in patria. Tutti gli altri paesi membri del programma JSF dovranno far volare i rispettivi F-35 nelle strutture autorizzate sparse nel globo (come quella in Italia). Non per Israele. Rete logistica, motori, avionica, struttura, rivestimento, armi ed ogni tipo di intervento necessario per rendere operativi gli F-35 si svolgerà in Israele. Un tale accesso ai sistemi di missione renderà più agevole l’integrazione delle armi di Israele. Non ultima l’integrazione C4I che consentirà agli F-35 di Israele di interfacciarsi con l’intera architettura di difesa e sorveglianza del paese.

Perche Israele non avrà ALIS

ALIS o Autonomic Logistics Information System è il centro nevralgico del sistema F-35, un ambiente unico sicuro di informazioni a terra gestito da intelligenza artificiale. ALIS, sistema basato su Windows, consentirà ai piloti così come alla forza a terra di supporto di intraprendere azioni proattive per garantire l’efficienza del caccia in qualsiasi teatro operativo. Il software per la logistica è definito come la spina dorsale della flotta F-35. La catena logistica degli Adir, così come confermato dall’Israel Aerospace Industries, non sarà gestita dall'Autonomic Logistics Information System, ma da un software indigeno. Nessun altro paese che partecipa al programma JSF ha ricevuto tale concessione.

La rete logistica di Israele garantirà il pieno funzionamento della flotta Adir senza la connessione con l’infrastruttura globale statunitense.

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