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Istanbul, fratello del kamikaze si era fatto saltare in aria in Siria

Il fratello di Nabil Fadli, il kamikaze che ha ucciso i turisti tedeschi a Istanbul, alcuni mesi fa aveva compiuto un attacco suicida in Siria. Per l'attentato sono finite in manette sette persone

Istanbul, fratello del kamikaze si era fatto saltare in aria in Siria

Sette persone sono state arrestate in relazione all'attacco jihadista nel cuore di Istanbul, in cui sono rimasti uccisi dieci turisti tedeschi. L'ha annunciato il ministro dell'Intero turco, Efkan Ala.

Intanto emergono nuovi particolari interessanti. Il fratello di Nabil Fadli, il kamikaze che ha ucciso i turisti, alcuni mesi fa aveva compiuto un attacco suicida in Siria. Lo rivelano media locali, citando fonti della sicurezza. L’uomo si era fatto saltare in aria in un attacco compiuto in un aeroporto contro le forze del regime di Assad.

Il kamikaze aveva presentato domanda di asilo politico in Turchia il 5 gennaio scorso, presentandosi a un centro di accoglienza della città sul Bosforo, accompagnato da altre quattro persone. Nato in Arabia Saudita nel 1988, era entrato in territorio turco di recente passando per la Siria. Quest’ultimo particolare spiega forse perché, in un primo momento, fosse stato indicato come cittadino siriano. Il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha confermato che l’uomo era entrato in Turchia come "normale migrante" e "non era quindi tenuto sotto sorveglianza quale ricercato. Ora però - ha aggiunto - tutti i suoi legami saranno accertati". Il premier però ha precisato che "la Turchia sta lavorando per trovare i veri attori dietro questo attacco", perché, ha spiegato senza rivelare ulteriori dettagli, "l’Isis è stato usato come subappaltatore".

Secondo gli inquirenti turchi, infatti, il kamikaze ha colpito a caso. Non vi sono indizi, infatti, che indichino nel gruppo di tedeschi l’obiettivo specifico dell’attentato, come ha sottolineato il ministro dell’Interno tedesco, Thomas de Maziere: "Non vi sono ragioni per non effettuare visite in Turchia", ha aggiunto riferendosi alle disdette di viaggi organizzati nel paese del Bosforo.

Le indagini hanno finora portato al fermo di 69 persone sospettate di essere affiliate allo Stato islamico.

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