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Liberate le italiane rapite in Siria: Greta e Vanessa presto a casa

Il Fronte Jabhat al Nusra ha rilasciato Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Le due cooperanti italiane rapite nel luglio dello scorso anno in Siria si troverebbero già sul territorio turco. Il governo Renzi esulta, ma i ribelli rivelano: "Pagati 12 milioni di dollari"

Liberate le italiane rapite in Siria: Greta e Vanessa presto a casa

Il Fronte Jabhat al Nusra ha rilasciato Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Le due cooperanti italiane rapite nel luglio dello scorso anno in Siria si troverebbero già sul territorio turco. Palazzo Chigi ha assicurato che "torneranno presto a casa". Secondo un account Twitter vicino ai ribelli siriani, l'Italia avrebbe pagato "un riscatto di 12 milioni di dollari".

Era il 31 luglio quando si persero le tracce di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, rapite in Siria ad Alabsmo, vicino ad Aleppo. Le due volontarie lombarde avevano fondato il Progetto Horryaty ed erano entrate tre giorni prima in Siria da Atma, a pochi chilometri di distanza dal campo profughi omonimo. La notizia del rilascio ha fatto irruzione su Twitter da un account legato ai ribelli, per poi essere confermata anche dal governo. Originarie una di Brembate, nel bergamasco, e l’altra di Besozzo, in provincia di Varese, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli erano al secondo viaggio in Siria in poco meno quattro mesi: a marzo, la prima tappa del progetto Horryaty, le aveva portate a compiere un sopralluogo per capire come muoversi.

Sulla pagina Facebook della 21enne Vanessa sono ancora visibili i racconti della guerra e le foto di bombe e bimbi dilaniati dal conflitto. L'ultimo post risale al 16 luglio scorso. Il 20 settembre la notizia, mai confermata, che sarebbero state vendute due volte ad altri gruppi ma senza finire finite nelle mani degli jihadisti sunniti dello Stato islamico. La notizia veniva da al Akhbar, quotidiano libanese anti israeliano e considerato vicino alle milizie sciite di Hezbollah, che ricostruisce come le due giovani siano state attirate con l'ingano nella "casa del capo del Consiglio rivoluzionario di Alabsmo" con il giornalista del Foglio, Danielere Ranieri, che riuscì a scappare.

Il 31 dicembre scorso, in un video di 23 secondi pubblicato su YouTube, le due volontarie supplicavano il governo italiano di riportarle a casa prima di Natale. "Siamo in grande pericolo e possiamo essere uccise - dicevano - il nostro governo ed i mediatori sono responsabili delle nsotre vite". Poche ore dopo la diffusione del video, il ramo siriano di al Qaeda, al Nursa, aveva confermato di tenere in ostaggio le due ragazze.

Adesso quell'incubo può dirsi finito.

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