Mondo

Jihad, nuove forze dal Kosovo: in 43 partiti per il Medio Oriente

Le 20 cellule terroristiche attive nei balcani e i numerosi arresti rivelano il forte radicalismo islamico sul territorio. SOSTIENI IL REPORTAGE

Jihad, nuove forze dal Kosovo: in 43 partiti per il Medio Oriente

La jihad e il radicalismo islamico sembrano aver trovato terreno fertile nel Kosovo. In quella regione, proclamatasi Repubblica indipendente nel 2008 e subito riconosciuta dagli Stati uniti e dalla maggior parte dei paesi dell'Unione europea, i nemici sembrano essere diventati gli infedeli e non più i serbi.

Secondo un'inchiesta del settimanale L'Espresso, infatti, fonti investigative rivelano che nel territorio sono presenti almeno 20 cellule terroristiche attive. In Serbia, Albania, Macedonia, Kosovo, Montenegro e Bosnia l'islam sta riuscendo a reclutare in modo massiccio militanti per combattere attivamente la lotta agli infedeli. Le cellule sarebbero finanziate da Organizzazioni non governative islamiche presenti, tra gli altri, in Arabia Saudita, Inghilterra e Turchia. La polizia sta infatti analizzando le centinaia di Ong islamiche presenti nei Balcani allo scopo di individuare le possibile cellule terroristiche che reclutano adepti sul territorio.

Gli ex guerriglieri, ormai, sono diventati un vero e proprio punto di riferimento locale. Gli arresti compiuti sul territorio sono numerosi. Lo scorso novembre hanno arrestato 11 sospetti jihadisti e a giugno di quest'anno ne hanno bloccati altri tre. Risale a tre settimane fa, invece, l'individuazione e l'arresto di altri 40 sospetti jihadisti. Il 5 agosto, inoltre, hanno fermato un sedicenne all'aeroporto di Pristina che stava andando in Siria per unirsi alla causa della jihad. Stesso obiettivo, e stessa fine, anche per il 24enne Mentor Zejnullahu, arrestato poco prima di imbarsi per Istanbul per unirsi alla causa islamica. Il governo kosovaro prova a non creare allarismi, ma ha ammesso che per il momento sarebbero partiti 43 volontari. Tra questi Blerim Heta, che si è fatto esplodere a Bagdad uccidendo 52 poliziotti. Ed è di qualche giorno fa la notizia dell'arresto di Bilal Bosnic, il predicatore islamico integralista arrestato in Bosnia. Del resto, che i kosovari stessero diventando importanti ai fini della guerra islamica si era capito quando il discorso con cui il comandante al Bagdadi si è autoproclamato califfo è stato tradotto anche in albanese.

Ormai, comunque, sembra il web il vero luogo da cui diffondere "il verbo". Lavdrim Muhaxheri, indicato come "comandante della brigata balcanica", è apparso in un video in cui arringa la folla brandendo un coltello e bruciando il suo passaporto kosovaro. E come battesimo non poteva mancare una decapitazione. Ha infatti anche postato su Facebook una foto in cui taglia la testa a un ragazzino accusato di spionaggio. Ma Salvatore Farina, comandante della Kfor (una forza militare internazionale guidata dalla Nato), minimizza: "È un problema comune a tutti i Paesi democratici sviluppati".

I tanti arresti avvenuti nell'ultimo anno, comunque, restano un dato di fatto.

Commenti