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Ancora dubbi sulla morte di Kassig. Ucciso da un colpo d'arma da fuoco?

Un'analisi sul filmato che ne mostra il cadavere fa pensare non sia morto come gli altri ostaggi. In dubbio anche il ruolo del "boia"

Ancora dubbi sulla morte di Kassig. Ucciso da un colpo d'arma da fuoco?

Potrebbe non essere morto per decapitazione Peter "Abdul Rahman" Kassig, il quinto ostaggio occidentale ucciso dagli uomini del cosiddetto Stato islamico e mostrato in un video diffuso dai miliziani a novembre.

A sostenerlo, ribadendo dubbi sorti fin da subito sulla sua morte, ricerche effettuate da un chirurgo e citate dalla stampa anglosassone, che sostiene l'ostaggio potrebbe essere invece morto per una ferita d'arma da fuoco.

Un esame molto accurato dei fotogrammi del video pubblicato dallo Stato islamico suggerirebbe che, prima della decapitazione, Kassig sia stato colpito da un proiettile. Ciò spiegherebbe la ragione per cui la sua morte non ricorda quelle degli altri ostaggi, decapitati davanti alla telecamera.

Non solo. I ricercatori sostengono anche che "Jihadi John", il boia degli ostaggi occidentali, potrebbe non essere stato presente all'uccisione. È già stato dimostrato che lo Stato islamico utilizza tecnologie sofisticate per la realizzazione dei suoi video e in questo caso il miliziano potrebbe essere stato "inserito" nel filmato in un secondo momento.

L'analisi, realizzata dal think tank britannico Quilliam e da TRAC (Terrorism Research and Analysis Consortium), non è ancora stata pubblicata, se non per alcune anticipazioni.

Un ricercatore di Quilliam, Charlie Winter, sostiene però che nel materiale video ci siano dei dettagli che non tornano: le ombre per esempio, che non sarebbero "naturali".

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