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Kim Jong-un: "Useremo le armi nucleari solo se ci attaccheranno"

Il settimo congresso del Partito dei lavoratori nordcoreano, il primo in 36 anni, si sta tenendo tra i timori che Pyongyang possa decidere di tenere il quinto test nucleare dopo quelli del 2006, 2009, 2013 e di gennaio 2016

Kim Jong-un: "Useremo le armi nucleari solo se ci attaccheranno"

Kim Jong-un si diverte a giocare con le minacce. Oggi, però, prova a fare il moderato. O almeno a mostrarsi come tale. La Corea del Nord, assicura il leader di Pyongyang, non userà mai armi nucleari a meno che non sia attaccata. Kim Jong pronuncia queste parole "rassicuranti" durante il congresso del Partito dei lavoratori nordcoreano (l'unico partito, ovviamente), che si è aperto venerdi (guarda le foto). Kim ha aperto il congresso, che si tiene per la prima volta dal 1980, per difendere la sua politica conosciuta come "Byeongjin", tesa a promuovere il progresso economico e lo sviluppo nucleare. La Corea del Nord, intanto, secondo quanto trapela dagli Usa, si starebbe preparando a condurre un nuovo test nucleare. Giusto per tenere "calda" la mano.

''La nostra Repubblica - ha detto Kim Jong Un - non utilizzerà armi nucleari a meno che la sua sovranità non sia violata da forze ostili e aggressive che utilizzano armi nucleari''. Il leader ha assicurato che il suo Paese vuole "fedelmente adempiere ai propri obblighi di non proliferazione (nucleare ndr) e lottare per la denuclearizzazione globale", anche se ha ancora una volta chiarito che allo stesso tempo Pyongyang non abbandonerà la sua politica di sviluppo nucleare ed economico adottata nel 2013.

Kim Jong ha anche assicurato di voler cercare di ''migliorare e normalizzare'' le relazioni con i paesi considerati ostili. La Corea del Nord ha più volte chiesto alle truppe Usa di lasciare la vicina Corea del Sud e di terminare le esercitazioni militari congiunte che tengono ogni anno, un evento che il regime nordcoreano considera una prova di invasione e che di solito genera tensione nella penisola. Sulle relazioni tra le due Coree, Kim ha offerto di tenere colloqui militari tra i due Paesi, nel tentativo di alleviare la tensione regionale: "Colloqui militari contribuirebbero ad eliminare i rischi di conflitto lungo il confine e ad alleviare la tensione". Kim ha auspicato il compimento di un processo che "rifletta il desiderio della gente", promettendo ogni sforzo per attivare e rafforzare il dialogo bilaterale con Seul su vari livelli: "Le due parti devono rispettarsi a vicenda e unire le forze come partner per aprire un nuovo capitolo che possa promuovere un movimento verso l’unificazione della penisola, ora divisa", ma per fare questo, ha ricordato, è importante che Washington lasci la Corea del Sud.

Il piano quinquennale illustrato da Kim Jong-un punta sulla "necessità" di migliorare la qualità della vita e risolvere la carenza di energia elettrica. I media ufficiali hanno diffuso altri dettagli sui lavori, cercando di enfatizzare gli "sforzi" fatti per la crescita sostenibile a fronte delle sanzioni più severe imposte dall’Onu dopo il test nucleare di gennaio e il lancio del razzo-satellite di febbraio. "È indispensabile completare la strategia quinquennale di sviluppo economico dello Stato nel 2016-20 - ha detto nel resoconto del Rodong Sinmun, organo ufficiale del Partito -. È auspicabile l’aumento della quota di produzione di energia dal nucleare tenendo l’attenzione sull’uso dell’idroelettrica".

L'asse Seul-Washington

La Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno concordato di mantenere alta la pressione su Pyongyang, visti i propositi espressi da Kim Jong-un sugli sforzi legati ai piani nucleari e missilistici, assicurando sanzioni in caso di ipotetico quinto test atomico o di altre provocazioni. È il risultato dell'ultimo colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri Yun Byung-se e il segretario di Stato Usa John Kerry, secondo una nota diffusa dal ministero sudcoreano.

Il governo di Seul ha reso noto che i livelli di sorveglianza sui movimenti oltre il 38° parallelo sono al massimo, a maggior ragione dopo che 38 North, un think tank di Washington, ha riferito che le immagini satellitari del 5 maggio relative a Punggye-ri, il sito di tre dei 4 test atomici fatti dal Nord, mostrano possibili segnali preparatori di una nuova detonazione, con quattro veicoli al centro di controllo quando erano assenti nelle istantanee di appena tre giorni prima, il 2 maggio.

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