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L’Ue viola il diritto internazionale: finanzia costruzioni illegali in Cisgiordania

Un rapporto denuncia la presenza di oltre 400 fabbricati nell'Area C, territorio sotto la giurisdizione d’Israele

L’Ue viola il diritto internazionale: finanzia costruzioni illegali in Cisgiordania

L’Unione Europa ha finanziato la costruzione – non autorizzata – di abitazioni per palestinesi in località della Cisgiordania sotto la giurisdizione di Israele. La case erette nel territorio conteso sarebbero più di 400. Tutte illegali, in quanto non previste dagli Accordi di Oslo del 1993 e dunque in piena violazione del diritto internazionale.

È il Daily Mail ha riportare l’esistenza di un rapporto di denuncia contro l’Ue da parte di un’organizzazione non governativa (Regavim). Le palazzine sono state costruite senza permessi nell’Area C della Cisgiordania, affidata al controllo di Israele secondo la Dichiarazione di Principi firmata più di vent’anni fa. E – si legge – gli edifici sono costati decine di milioni di euro, per lo più di derivazione britannica. La West Bank è dunque costellata di fabbricati che battono la bandiera delle dodici stelle su sfondo blu o espongono adesivi di riconoscimento che riportano sempre il logo dell’Europa o di Oxfam.

Maja Kocijancic , portavoce dell’Ue, chiarisce la situazione e rigetta ogni accusa di ingerenza: “I finanziamenti servono per sostenere il piano di infrastrutture dell’Autorità Palestinese, così da consentire alle persone di recuperare e ricostruire la propria terra. L’Ue non finanzia progetti illegali”. Parole in parte contraddetta dal collega, Shadi Othman, impegnato proprio in Cisgiordania e a Gaza: “Sosteniamo la presenza palestinese in nell’Area C, che è parte dei territori occupati. I palestinesi non possono essere limitati alla zona A e B. Lì hanno il diritto di sviluppare la propria economia, di vivere e costruire scuole. E non dimentichiamo gli insediamenti illegali di Israele in territorio palestinese: questi vanno contro il diritto e ostacolano il raggiungimento della pace”. Il funzionario ha aggiunto che il tutto viene fatto nell’interesse della comunità internazionale e dei due popoli interessati, per riuscire finalmente ad arrivare alla soluzione di garantire uno Stato per ciascuno.

Questa la condanna di Ari Briggs, direttore dell’Ong Regavim e principale autore del rapporto di denuncia: “Questi progetti umanitari sono utilizzati dall’Ue e da Oxfam come un cavallo di Troia per perseguire scopi politici”. La linea è stata contestata duramente anche da funzionari del governo israeliano – come Yariv Levine – che puntano il dito contro la “doppia morale” e l’“ipocrisiadell’Ue.

L’Europa risponde con l’apertura di un’indagine sulla natura degli insediamenti in Cisgiordania, così da far chiarezza e togliere benzina da un fuoco già abbastanza accesso.

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