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Dopo l'11 settembre, la Cia testò il siero della verità per interrogare i sospettati

Il progetto fu abbandonato per motivi legali e l'agenzia continuò a usare tecniche di tortura

Dopo l'11 settembre, la Cia testò il siero della verità per interrogare i sospettati

Dopo l'attacco alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001, la Cia, agenzia di intelligence americana, aveva preso in considerazione la possibilità di usare un siero della verità, per far parlare i presunti terroristi, in merito ai possibili attacchi futuri. È quanto emerge da un report di 90 pagine, che è stato declassificato e reso accessibile e consultabile, in seguito alla causa degli attivisti si American Civil Liberties Union (Aclu).

Il progetto, denominato Project Medication, venne accantonato nel 2003, ma non prima di capire se l'utilizzo di un particolare farmaco avrebbe potuto spingere i soggetti interrogati a dire la verità, mettendo da parte i metodi di interrogatorio maggiormente brutali. La medicina in questione, il Versed, era utilizzata solitamente contro i disturbi da ansia. Dal rapporto, redatto da un elemento di spicco del settore medico dell’organismo, emerge che la Cia, per mesi, ha studiato gli effetti del Versed.

Nonostante gli esperti erano arrivati alla conclusione che il siero potesse funzionare, sostituendo le pretiche usate in quegli anni per condurre gli interrogatori, il progetto si bloccò. Infatti, il Versed poteva essere somministrato solamente per via endovenosa, il che rendeva necessario il parere del Dipartimento di Giustizia, con l'alta probabilità di andare incontro a discussioni legali.

Per questo, per gli interrogatori relativi all'11 settembre, l'agenzia ha continuato a usare tecniche come la privazione del sonno o la costrizione in scatole grosse un metro per un metro, riconosciute come torture.

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