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L'appello di Pechino: "Fate più figli"

L'apertura nelle politiche di pianificazione famigliare non ha portato conseguenze pratiche. E ora le autorità chiedono più bebè

Turisti al Mandukhai Park di Hohhot,  capitale della regione autonoma della Mongolia Interna
Turisti al Mandukhai Park di Hohhot, capitale della regione autonoma della Mongolia Interna

Anni di pianificazione famigliare, con le famiglie - soprattutto nei contesti urbani - costrette ad avere un figlio soltanto. Poi il passo indietro di Pechino, che ha iniziato ad ammorbidere le sue politiche, decidendo che anche un nucleo di quattro persone poteva anche essere tollerabile.

Il nuovo corso non sembra però finora avere ottenuto dei grandi risultati, tanto che le autorità si sono di nuovo rivolte ai cinesi, chiedendo alle giovani coppie se non potessero fare più figli. I cambiamenti introdotti nel 2013 permettono alla stragrande maggioranza delle donne di mettere al mondo un secondo bebè.

La percentuale delle donne in età fertile che potrebbero avere un altro bambino, secondo il Qianjiang Evening News, è del 90%. Ma di fatto finora soltanto una percentuale esigua di loro, che si stima intorno al 5%, lo ha fatto, contribuendo a fare della Cina uno dei Paesi in via di sviluppo con il tasso di nascite più basso.

Il problema che alla lunga porterebbe una situazione del genere è evidente. Una popolazione mediamente più vecchia e un peso della spesa pensionistica sempre crescente, sostenuta da un numero di lavoratori in contrazione.

"La Cina avrebbe dovuto cambiare le proprie politiche almeno dieci anni prima - ha detto all'Associated Press Yong Cai, un professore di sociologia della University of North Carolina at Chapel Hill -, quando la situazione economica e sociale era differente.

È stato fatto troppo poco e troppo tardi".

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