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L'attivista che denuncia Assad in Italia appoggiava gli islamisti

Emad Wafa, il volontario di Ghouta che denuncia i bombardamenti di Assad in Siria, predicava in Italia il ritorno all'islam e faceva lo sponsor dei Fratelli Musulmani

L'attivista che denuncia Assad in Italia appoggiava gli islamisti

Lo scorso 24 febbraio sulla Stampa veniva pubblicato un articolo con tanto di video girato a Douma, nei pressi di Ghouta, video prodotto da un cittadino siriano di nome Emad Wafa nel quale, oltre a denunciare i bombardamenti, viene lanciato un messaggio in italiano per chiedere l’apertura di corridoi umanitari a Ghouta e la creazione di zone umanitarie sicure in Siria.

Nel pezzo si fa riferimento all'associazione DoumaSociety che sarebbe stata rasa al suolo dai bombardamenti e si cita Emad Wafa come "siriano che ha vissuto diversi anni in Italia per poi rendersi utile nell’associazionismo".

In effetti l’attivista era piuttosto noto negli ambienti islamici milanesi, come evidenziato in alcune sue foto pubblicate su Facebook, risalenti al 2009, dove partecipava a manifestazioni pro-Palestina dell’API/ABSPP alla presenza di Mohammad Hannoun, noto alle cronache giudiziarie perché indagato in passato per finanziamenti ad Hamas e di sheikh Reda di viale Jenner. Sullo sfondo di una delle foto si intravede un cartellone con l’immagine di Yusuf Qaradawi, guida spirituale dei Fratelli Musulmani che aveva invocato il jihad in Siria.

In ogni caso, per avere un quadro più completo può essere utile approfondire la tipologia di attivismo di cui si occupava Emad Aldeen Wafa quando viveva in Lombardia e precisamente quello di tipo islamista visto che Emad gestiva il sito di richiamo all’Islam Huda.it, da egli creato nel 2006, come spiegato anche nella descrizione della pagina MondoIslam: "I siti che seguono fanno un po' parte di noi. Il primo è www.huda.it, nato da un idea di Emad Wafa nel 2006, con il supporto di Mamdouh e degli altri fratelli. Libri da scaricare, le storie dei tornati all’Islam, i video, audio, articoli e la chat room, una cosa un po' insolita alcuni anni fa nei siti italiani. Ogni settimana si può partecipare alle lezioni sull’Islam nel sito. Le prime risalgono al 2006, e le troverete nell’archivio. Lezioni dell’imam Abdullah della moschea di Cascina Gobba a Milano, le spiegazioni degli hadith del fratello AbdEl Fattah, le storie dei Profeti, ed altre di Mamdouh. Anche le sorelle Amina umm Samìr, Aisha Muslima e il fratello Suleiman La Spina hanno contribuito con le loro lezioni. Attualmente lo spazio è affidato ai fratelli Sameh Sayed e Mahmoud Nagib, il martedì e il venerdì alle ore 21".

Tra gli attivisti citati dal sito Huda.it (che in arabo significa "guida" intesa come guida all’Islam) c’era anche Sameh Sayed Meligy, egiziano legato all’Alleanza Islamica d’Italia (espressione dei Fratelli Musulmani), pronto a correre con il Pd per la zona 4 di Milano alle scorse elezioni amministrative milanesi. Candidatura che veniva ritirata dopo le polemiche scoppiate in seguito a una foto di Meligy assieme al predicatore legato ai Fratelli Musulmani kuwaitiani, Tareq al-Suwaidan, al quale è stato vietato l’ingresso in Italia poiché dal 2014 sulla blacklist dell’area Schengen.

Nella pagina dedicata alla forma e ai principi dell'islam si può leggere "il sito Huda.it ringrazia il Centro Islamico Italiano per la sua collaborazione in questa sezione". Il Centro Islamico Italiano non è altro che la moschea di Segrate, dove predica Ali Abu Shwaima, l’imam che voleva vietare le biciclette alle donne.

Tra i "siti utili" elencati nella pagina di Huda.it vengono consigliate le pagine di Yusuf Qaradawi, guida spirituale dei Fratelli Musulmani che aveva invocato il jihad in Siria, quello del già citato Tareq al-Swaiden; la pagina di Wagdy Ghoneim, estremista egiziano/qatariota con storia ben nota: precedentemente deportato da Sud Africa e Bahrein, gli veniva successivamente vietato l'ingresso negli Stati Uniti (da dove veniva allontanato nel 2005), Gran Bretagna, Svizzera e Canada a causa dei suoi legami con l'islamismo radicale e con Hamas. I britannici lo definivano "soggetto considerato attivo in comportamenti inaccettabili volti a fomentare, giustificare o glorificare la violenza terroristica e a spingere altri a commettere attacchi terroristici".

Nel 2013 Ghoneim aveva accusato di miscredenza chiunque si opponesse all’ex presidente islamista Mohamed Morsi; aveva additato il Papa copto Shenouda III come "capo dei miscredenti e del politeismo"; aveva definito Usama Bin Laden "un martire" e l’intervento in Siria contro l'Isis "una crociata" e "un'occupazione degli infedeli russi".

Un altro elemento d’interesse che emerge facendo una ricerca con il motore "locatefamily" è che al nominativo Emad Aldeen Wafa vengono abbinati due indirizzi tra cui uno in corso Sempione 69, dove si trova l’Hotel Nasco che a metà anni 2000 finì sotto indagine per legami con il terrorismo qaedista.

Ora Emad Wafa è in Siria a chiedere aiuto all’Italia contro i bombardamenti di Assad a Ghouta.

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