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L'era del jihad fai-da-te potrebbe volgere al termine

Una escalation dimostrata a Parigi nell'attentato eseguito con perfetta coordinazione

L'era del jihad fai-da-te potrebbe volgere al termine

Il Regno Unito è stato spesso toccato da episodi di terrorismo fortunatamente non andati a segno. Nel 2007 due auto bomba a Londra non sono esplose per motivi tecnici. Due terroristi legati al precedente tentativo si sono poi lanciati con una Jeep Cherokee carica di esplosivo nell'aeroporto di Glasgow il giorno dopo, sempre senza riuscire nel loro intento. Un anno dopo un inglese convertito all'Islam che indossava un gilet esplosivo tentando di farsi esplodere in un ristorante di Exeter, si feriva attivandolo mentre si trovava nella toilette. Il fai-da-te del terrorismo non lo troviamo solo in Gran Bretagna, ricordiamo il militante islamico nel 2009 su un volo per Detroit che dava fuoco alle sue mutande nelle quali aveva nascosto dell'esplosivo e nello stesso anno in Francia ad aprile il tentativo di sparare a dei fedeli cristiani in chiesa finito col terrorista che si sparava in una gamba. Ma gli attentati di Parigi, perfettamente sincronizzati ed eseguiti con tecnica militare, stanno a significare che il dilettantismo è alla fine. Infatti buona parte degli attentatori della capitale francese hanno dimostrato un certo livello di addestramento ed erano fra i circa trentamila "foreign fighters" provenienti da oltre cento nazioni diverse che si sono uniti all'Isis nei tre anni passati. Più di cinquemila di essi provengono a varo titolo dalle nazioni occidentali, siano essi di origini arabe sia convertiti, e potrebbero essere di ritorno in Europa, come abbiamo visto dalle recenti indagini su parte dei profughi arrivati lungo la rotta balcanica, che profughi non erano ma agenti sotto copertura.

Recenti analisi della Brandeis University, uno stimato istituto del Massachusetts, hanno confermato che circa un dieci per cento dei "foreign fighters" di ritorno hanno effettivamente pianificato degli attentati. La stessa ricerca ha sottolineato che il successo di questi attentati programmati arride a quei terroristi che abbiano frequentato i campi di battaglia jihadisti. Secondo il Centro Studi sulla Radicalizzazione del "King's College" di Londra, la Jihad possiede una rete di comunicazioni efficiente e fornisce addestramento specifico. L'ultimo conflitto ad avere mobilitato i "foreign fighters" è stato quello afghano contro l'invasione sovietica, con circa ventimila stranieri che avevano raggiunto il Paese asiatico per combattere le forze di Mosca. L'apporto di combattenti esteri, in quel caso, si era però protratto lungo un periodo di dieci anni e i miliziani provenivano in minima parte dall'occidente. Il conflitto afghano ha rappresentato un precedente che deve far riflettere: molti dei combattenti islamici che ritornavano dall'Afghanistan poi ricomparivano in varii campi di battaglia, Bosnia, Algeria, Iraq. Questi combattenti sono poi stati coinvolti nei movimenti jihadisti come Al Qaeda e sono gli stessi hanno complottato contro l'occidente negli ultimi venti anni. Non è certo una coincidenza che Osama bin Laden cominci la sua carriera terroristica come "foreign fighter" proprio in Afghanistan, e infatti gli attentati che hanno visto l'Europa come teatro sono stati compiuti da militanti addestrati in oriente, ed è per ciò, come sostenuto dal King's College, che risulta necessario eliminare i luoghi di raccolta e "training" poichè l'addestramento migliora le qualità dei terroristi.

Il rischio, sempre secondo la prestigiosa istituzione londinese, e che le conseguenze possano prolungarsi per almeno una generazione.

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