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Liberia, il sogno da incubo del calcio

L'unico pallone d'oro africano a Monrovia è un santo laico. Ma scavando si scopre una realtà di illusioni infrante

Bambini giocano a calcio per le vie di Monrovia
Bambini giocano a calcio per le vie di Monrovia

Può sembrare un apparente legge del contrappasso il fatto che l'unico Paese dell'Africa ad aver dato i natali a un pallone d'oro sia sprovvisto di un'accademia di calcio giovanile. Ma questo fattore, apparentemente grottesco, si scopre invece essere l'anticamera di un incubo, arrivato alla ribalta delle cronache grazie a un'inchiesta della Bbc, riguardante la tratta internazionale di minori: per l'esattezza, di giovani col sogno di diventare calciatori.

Molti ragazzi in Liberia, come in tutto il mondo, sognano di diventare delle stelle calcistiche. L'esempio di George Weah è ancor oggi vivo nelle strade di Monrovia dove, per le centinaia di ragazzi che scalzi inseguono palloni, la storia del numero nove rossonero è una parabola laica, un'utopia, un orizzonte per non smettere di correre. Ma è proprio all'interno dei pertugi delle difficoltà umane che si insinuano rapinatori di sogni e venditori di incubi.

È storia infatti delle ultime ore quella di 23 ragazzi minorenni liberiani che, contatti dal Champasak United, club di Pakse che gioca nella prima divisione laotiana, sono partiti per il Paese asiatico. Con in tasca promesse di dollari, di vitto e alloggio e di giocare nella massima serie, oltrechè la speranza di un avvenire da goleador. Contratti di sei anni fatti firmare ai giovani che, una volta arrivati in Laos, però si sono imbattuti in tutt'altra realtà: pochissimo da mangiare, nessuna casa e zero soldi. Kesselly Kamara, uno dei piccoli calciatori, ha raccontato: «l'accademia dove dovevamo andare era fittizia. Non c'era nemmeno quindi un legale diritto di restare nel Paese e noi eravamo costretti a dormire anche in trenta per terra nello spogliatoio, che veniva chiuso a chiave». La Fifa ha subito provveduto ad aprire un'inchiesta, dal momento che proibisce i trasferimenti all'estero per i ragazzi minorenni e, grazie alle pressioni internazionali, ora 16 minori sono già tornati in Patria.

Al momento si aspetta il rientro pure degli altri, ma anche una maggior chiarezza intorno a una vicenda dai colori molto torbidi, perchè, stando a quanto scrive la Bbc, lo scopo finale di chi ha gestito la tratta era quello di vendere i ragazzi ad altri club, lucrando così sulle loro vite e sul loro futuro.

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