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Libia, l'Italia al vertice dell'Onu. "Siamo pronti a un ruolo da guida"

I libici chiedono la revoca dell'embargo sulle armi. Intanto l'inviato delle Nazioni Unite ribadisce: soluzione politica

Soldati dell'esercito libico in parata militare a Tripoli
Soldati dell'esercito libico in parata militare a Tripoli

L'incontro alle Nazioni Unite è iniziato dopo le nove, con l'inviato speciale per la Libia, Bernardino Leon, in videoconferenza da Tunisi, che ha ricordato come il sedicente Stato islamico sia riuscito a trovare un terreno fertile nel Paese, grazie all'instabilità che imperversa, ma pure che il dialogo politico continua a fare passi avanti.

Proprio sul dialogo politico sta puntando l'Onu e Leon ha espresso un ottimismo cauto, su un accordo che potrebeb arrivare presto, grazie a divergenze che "non sono insormontabili" e alla convinzione che soltanto un governo di unità nazionale e con un forte sostegno alle spalle può riuscire a risolvere la situazione.

Un ulteriore passo in avanti lo ha proposto Same Shoukry, ministro degli Esteri egiziano, che ha chiesto insieme al governo libico di Tobruk di mettere fine all'embargo sulle armi, chiedendo invece un blocco navale che consenta di arrivare alle coste soltanto agli armamenti destinati alle zone sotto il controllo delle autorità considerate legittime.

Ancora una volta l'Italia ha ribadito la sua volontà di avere un ruolo da guida nel contesto di un'iniziativa dell'Onu, per contribuire a stabilizzare la situazione e portare avanti il dialogo.

Il rappresentante italiano, Sebastiano Cardi, ha assicurato che il Paese è pronto a "contribuire al monitoraggio di un cessate il fuoco e al mantenimento della pace, a lavorare all’addestramento delle forze armate in una cornice di integrazione delle milizie in un esercito regolare e per la riabilitazione delle infrastrutture".

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