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Libia, gli Usa preparano la guerra: piani per aprire il fronte

Il New York Times rivela che l’amministrazione Obama sta predisponendo i piani per aprire in Libia il terzo fronte della lotta all’Isis

Libia, gli Usa preparano la guerra: piani per aprire il fronte

Ormai manca poco. Gli Stati Uniti sono pronti a dare inizio a una nuova guerra in Libia, aprendo il terzo fronte di lotta contro l'Isis, dopo quelli in Siria e Iraq. Come anticipa il New York Times l’amministrazione Obama sta predisponendo i piani per aprire il conflitto, insieme agli alleati europei, tra cui il Regno Unito, la Francia e l’Italia. Il Pentagono, si legge in un editoriale del Nyt, sta già intensificando la raccolta di dati di intelligence che serviranno per avviare nelle prossime settimane "una campagna militare che dovrebbe comprendere bombardamenti aerei e raid delle forze di elite americane". L'intervento, dunque, non sarà solo per via aerea.

Il quotidiano di New York parla di una "significativa escalation"nella lotta allo Stato islamico, e mette in evidenza i rischi della campagna militare in Libia. "Campagna che - si sottolinea nell'editoriale - non può non destare preoccupazioni, visto che un nuovo intervento militare in Libia rappresenterebbe una importante progressione di una guerra che potrebbe facilmente allargarsi ad altri Paesi della regione".

Il Nyt spiega quindi come lo scopo primario della campagna sia quello di creare con i raid aerei una barriera tra i combattenti dell’ Isis in Libia e i simpatizzanti ovunque in Nord Africa e nell’Africa subsahariana. Ma - si sottolinea - i vertici militari Usa stanno ancora valutando se quell’obiettivo sia raggiungibile. Infatti, "anche se il Pentagono e i suoi alleati riusciranno a bombardare con successo, non c’è certezza sulla presenza di una forza di terra affidabile, in grado di controllare le zone liberate.

E ci sono buone ragioni di credere - prsoegue il Nyt - che i raid aerei creeranno alla fine la tentazione di dispiegare truppe di terra per raccogliere dati di intelligence e fornire supporto tecnico alle forze ribelli, come avviene in Iraq e Siria".

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