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L'Iran "affonda" una portaerei Usa

Nel video in computer grafica, una via di mezzo tra Toy Story e Planes, una giocattolosa portaerei è affondata da un sottomarino dell'Iran. In sottofondo la musica dei Queen

L'Iran "affonda" una portaerei Usa

Ecco come un singolo sottomarino classe Ghadir dell’Iran riuscirebbe ad affondare un gruppo da battaglia di una portaerei americana. Poche ore fa i media iraniani hanno rilasciato un video in computer grafica in cui si spiega come un singolo sottomarino tascabile di Teheran riuscirebbe ad affondare la piattaforma di proiezione per eccellenza degli Stati Uniti, una portaerei da centomila tonnellate. Il video, ad uso e consumo della propaganda interna, è stato diffuso per il 40 ° anniversario della rivoluzione islamica del 1979 e per celebrare le capacità dell’industria iraniana.

Iran: “Abbiamo la tecnologia per costruire i sottomarini”

Il video in computer grafica si apre con una giocattolosa portaerei, una via di mezzo tra Toy Story e Planes. Il vettore provecede in navigazione in mare aperto con due caccia sul ponte. La portaerei è scortata da quattro navi più piccole, ma stranamente senza alcun sottomarino statunitense di scorta. In sottofondo la sequenza conclusiva di We Will Rock You, con il famoso giro di chitarra di Brian May. Tutto sembra procedere bene per il gruppo da battaglia della US Navy quando all’orizzonte riemerge un sottomarino verde iraniano. La musica dei Queen lascia il posto ad una traccia tratta dalla colonna sonora del videogioco Call of Duty WWII (Hill 493) ed inizia l’attacco. Pochi secondi dopo le navi americane iniziano a scomparire sotto la superficie del mare. Soltanto i due F-18 sul ponte riescono a salvarsi decollando dal vettore. La clip si conclude con le navi statunitensi nelle profondità del mare e con un logo che recita “40 anni”, in riferimento al 40° anniversario della rivoluzione islamica del 1979. Una voce fuori campo dichiara che l’Iran possiede la tecnologia per costruire gli avanzati sottomarini classe Ghadir.

Iran: sottomarini classe Ghadir

Il programma Ghadir si basa sui progetti delle piattaforme classe Yono della Corea del Nord. Con un dislocamento di 123 tonnellate ed equipaggiati con due tubi da 533 millimetri, i Ghadir sono progettati per operazione in acque poco profonde, principalmente in quelle meridionali del Golfo Persico e nello Stretto di Hormuz. La classe Ghadir è ovviamente concepita per missioni brevi, considerando l’assenza di alloggi per l’equipaggio formato da sei unita, massimo nove. La produzione della classe Ghadir è iniziata nel 2005 con prima unità svelata nel 2007. Nel 2012 la flotta Ghadir era composta da cinque unità. Gli ultimi due mini-sottomarini, consegnati il 30 novembre scorso in occasione della Giornata della Marina, sono il Ghadir-955 ed il Ghadir- 942. Il primo è stato costruito in 18 mesi, mentre il secondo è stato riconsegnato alla Marina dell’Iran dopo dieci mesi di revisione. I sottomarini tascabili basati su tre classi, rientrano nella strategia asimmetrica dell’Iran contro le unità di assalto anfibio costrette ad attraversare le acque poco profonde dello Stretto di Hormuz.

La valle della Morte

La Marina Militare degli Stati Uniti non ha eguali nel mondo, tuttavia se decidesse di attaccare l’Iran dalla sua costa meridionale, la forza di invasione subirebbe ingenti perdite. Il riferimento storico di Balaklava è opportuno. Il punto è che gli Stati Uniti attaccherebbero nell’area dove l’Iran si aspetta da decenni un’invasione. Si tratterebbe della zona più protetta (Tirannia della Distanza su capacità A2/AD) e meglio difesa della Repubblica Islamica senza dimenticare che la geografia è un elemento chiave nella strategia navale iraniana.

Lo spazio limitato del Golfo, che è largo meno di 100 miglia nautiche in molti aree, limita la manovrabilità dei vettori statunitensi a vantaggio delle forze navali iraniane (eccellente al riguardo lo studio del (Center for Strategic and Budgetary Assessments). La Guardia Rivoluzionaria possiede circa mille piccole e veloci imbarcazioni utilizzate per pattugliare la costa iraniana. Il loro impiego è determinante nella tattica asimmetrica a sciame, perfezionata dalla fine del 1988 dalla Guardia Rivoluzionaria per interdire l’ingresso nel Golfo Persico. A questo bisogna associare la strategia A2/AD ottimizzata negli anni dall’Iran e che prevede un mix di missili, droni, sottomarini e mine. L'Iran non ha concepito la sua difesa per vincere una guerra contro gli Stati Uniti, ma per degradare risorse, uomini, mezzi, sostegno pubblico e politico per un conflitto a tempo indeterminato.

La capacità ASMC dell'Iran

La classe Ghadir può lanciare missili da crociera?

L’implementazione della capacità ASMC, Anti-Ship Cruise Missile, è ritenuta plausibile nei sottomarini diesel elettrici classe Besat da 1200 tonnellate. Tuttavia l'unico test noto risale al due maggio del 2017 quando proprio un sottomarino classe Ghadir effettuò un test di espulsione di base, procedura necessaria per consentire alla piattaforma in immersione di lanciare un missile in sicurezza. Secondo il Pentagono il test sarebbe fallito. Lo sviluppo di un missile da crociera antinave è una naturale evoluzione della strategia di negazione ed, in teoria, consentirebbe alla Marina iraniana maggiore flessibilità operativa ed immediati tempi di reazione. Lo sviluppo di un missile da crociera antinave è una naturale evoluzione della strategia di negazione ed, in teoria, consentirebbe alla Marina iraniana maggiore flessibilità operativa ed immediati tempi di reazione. Medesime preoccupazioni nel Pacifico, con il sistema d’arma cinese YJ-18.

Iran: La strategia della negazione concentrica

Le mutevoli alleanze internazionali: l'impulso all'autosufficienza

I sottomarini sono parte integrante della strategia di difesa a più livelli dell’Iran. In uno ipotetico conflitto, i sottomarini iraniani opererebbero come moltiplicatori di forze in anelli concentrici tra l’Oceano Indiano, il Mar Rosso e lo Stretto di Hormuz. La ridondanza iraniana di proiezione si basa su due sottomarini Kilo sempre in navigazione. Tuttavia, a causa della minima profondità operativa richiesta, almeno 164 piedi, possono accedere solo ad un terzo del Golfo Persico. L’Iran starebbe quindi sviluppando dei sottomarini diesel-elettrici destinati a colmare il divario tra la classe pesante Kilo da quattromila tonnellate e quella leggera Ghadir. La classe Qaa’em, unità da mille tonnellate presentata nel settembre del 2008, rimane un mistero. Probabilmente il progetto è stato inglobato nella classe Besat da 1200 tonnellate. I sei tubi lanciasiluri di quest’ultima dovrebbero essere in grado di lanciare diversi sistemi d’arma, compresi i missili da crociera. Una predisposizione, per intenderci, già implementata nei sottomarini tedeschi Tipo 209 destinati all’esportazione. La forza sottomarina è parte integrante della strategia di difesa a più livelli dell’Iran basata sulla capacità di collocare mine EM-52 ed asset UWIED, Underwater Improvised Explosive Devices in un contesto A2/AD.

La difesa costiera della Guardia Rivoluzionaria

La Guardia Rivoluzionaria possiede circa mille piccole e veloci imbarcazioni utilizzate per pattugliare la costa iraniana. Il loro impiego è determinante nella tattica asimmetrica a sciame, perfezionata dalla fine del 1988 dalla Guardia Rivoluzionaria per interdire l’ingresso nel Golfo Persico. L’Iran ha investito ingenti risorse nella ricerca e produzione di sistemi missilistici antinave terrestri per la difesa costiera. Lo Stretto di Hormuz e la lunghezza delle coste, offrono un anello di difesa ottimale per i missili da crociera. Operativi diversi sistemi basati sul C-802 cinese derivato dall’Exocet francese, mentre sembrerebbe non ancora sviluppata la versione del missile SS-N-26 Yakhont. Entrambi coprono l’intera larghezza del Golfo Persico. In caso di conflitto l’Iran (la strategia è in stile hit-and-run), colpirebbe le navi da guerra nemiche presenti nel Golfo Persico e nello Stretto di Hormuz. L’attacco di saturazione contro queste forze avrebbe l’obiettivo di minare la volontà politica nel perseguire una guerra contro l’Iran.

Ma l’Iran potrebbe davvero affondare una portaerei Usa?

“Dove si trova la nostra portaerei più vicina?” E’ questa la prima domanda che gli analisti ed i militari americani si pongono ogni volta che scoppia una crisi internazionale. Le portaerei sono la massima espressione della potenza degli Stati Uniti nel globo. Rappresentano un’essenziale piattaforma nello scacchiare geopolitico della proiezione globale. Oltre al ruolo primario di piattaforma d’attacco, forniscono sostegno alle truppe sul campo di battaglia. La mobilità è la loro principale forza. Agendo da acque internazionali, gli Usa non hanno bisogno da alcuna autorizzazione per proiettare la propria potenza. Le portaerei possono operare soltanto in determinati contesti permissivi: praticamente ovunque poco dopo la guerra fredda. L’ascesa della superpotenze come la Cina e la Russia, ha richiesto delle distanze di sicurezza a causa degli asset carrier killer sviluppati. Il riferimento al DF-21D cinese o al russo SS-N-19 Shipwreck, ad esempio, non è casuale. Ciò significa una limitazione alla capacità di proiezione del potere nel globo e la rivisitazione della strategia aeronavale. Un contesto ipersonico riscriverà nuovamente la strategia anti-accesso e negazione d’area (si cercano alternative dottrinali alla definizione strategica A2/AD ritenuta ormai superata).

Una guerra convenzionale tra Washington e Teheran non ci sarà

Nessun paese al mondo potrebbe sconfiggere gli Stati Uniti

Il concetto stesso di guerra convenzionale tra stati, pena conseguenze inimmaginabili ed evoluzioni imprevedibili, è storia. L’Iran non è certamente l'Iraq o la Corea del Nord, ma non rappresenta una minaccia militare convenzionale per gli Stati Uniti. Nessun paese al mondo potrebbe sperare di sconfiggere militarmente gli Stati Uniti. Con una spesa militare di 610 miliardi di dollari, le forze armate statunitensi non hanno eguali nel pianeta. Il budget di Teheran, circa 14 miliardi di dollari del Pil investito nella spesa militare, se paragonato a quello Usa rappresenta una voce del tutto trascurabile, insignificante. Gli Stati Uniti dispongono di alcune delle armi più avanzate al mondo, mentre la spina dorsale dell'esercito iraniano è relativamente obsoleta. Qualsiasi sistema corazzato iraniano è inferiore sotto ogni aspetto alla sua controparte statunitense. Medesimo discorso per le forze aeree e navali. Le truppe americane sono di gran lunga meglio addestrate ed equipaggiate rispetto alle forze iraniane. Numericamente parlando gli Stati Uniti possiedono un esercito di oltre due milioni di unità (riserve comprese, forza attiva di 1,3 milioni di soldati), mentre l'Iran raggiungerebbe a fatica il milione (riserve comprese, forza attiva di 500 mila unità). L’Iran non avrebbe una sola possibilità di vincere una guerra convenzionale contro gli Stati Uniti. E questo sarebbe solo l'inizio.

Affondare una portaerei a propulsione nucleare classe Nimitz della US Navy

Così come abbiamo ribadito più volte in precedenza, un conflitto con l’Iran è un’opzione più che remota poiché si tramuterebbe in termonucleare in pochissimi istanti. Soffermiamoci sulla esclusiva capacità di sopravvivenza del principale vettore di proiezione degli Stati Uniti, analizzando soltanto l’opzione mostrata nel video dagli iraniani e cioè, l’attacco portato da un sottomarino. E' necessario ribadire brevemente un concetto. L’opzione migliore per affrontare una portaerei sarebbe quella di lanciare uno sciame di missili antinave. Nel caso dell'Iran, i dubbi riguardano la capacità di identificazione e discriminazione della minaccia esterna della griglia satellitare. Un raid aereo, infine, verrebbe con molta probabilità spazzato via dalla griglia di difesa aerea Aegis e dai caccia F/A-18. L'intera capacità aerea dell’Iran non potrebbe competere con quella imbarcata sul vettore statunitense e con la schermatura del Gruppo da Battaglia.

Iran: sottomarino Ghadir Vs portaerei Usa

I sottomarini sono la nemesi delle portaerei

Nel corso della seconda guerra mondiale non meno di diciassette portaerei furono affondate dai sottomarini, otto da quelli americani. Tuttavia l'episodio storico che viene sempre ricordato riguarda quello della guerra delle Falkland. Questo breve, ma aspro conflitto nei primi anni ‘80, ha poi avuto un impatto fuori misura sullo sviluppo navale della strategia cinese (ancora oggi presente nei testi accademici di riferimento). Quell’episodio dimostrò l’efficacia delle tattiche adottate dal sottomarino nucleare britannico HMS Conqueror che, senza mai essere stato rilevato, riuscì ad affondare l’incrociatore leggero General Belgrano. Ovviamente la Marina argentina non può essere paragonata alla US Navy.

Nel marzo del 2015 emerse per pochissime ore sulla rete un rapporto a cura del Ministero della Difesa francese sulle esercitazioni COMPTUEX 2015 tra il Gruppo di Battaglia della portaerei Theodore Roosevelt ed il sottomarino classe Rubis S-602 Safir. Il resoconto di quelle esercitazioni sono state ritenute scioccanti per il semplice motivo che un solo sottomarino riuscì ad affondare la metà delle navi americane, portaerei compresa. Il rapporto è stato immediatamente rimosso dal Ministero della Difesa francese, ma non sfuggì ai media cinesi che analizzarono l’episodio in un approfondimento dal titolo A Single Nuclear Submarine Sinks Half of an Aircraft Carrier Battle Group, ancora oggi disponibile sulla rete.

“Il Gruppo da Battaglia di una Portaerei è un sistema armonizzato composto da una difesa multilivello ed altamente efficiente. Eppure il rapporto francese, quindi con un ragionevole grado di credibilità, dimostra le capacità dei sottomarini nucleari nella Modern Warfare navale. A parità di formazione, quindi molto elevata, sono proprio i sistemi d’arma a fare la differenza. I sottomarini nucleari d’attacco classe Rubis sono tra i più piccoli del mondo. I classe Los Angeles, per fare un confronto, sono grandi tre volte tanto. La potenza navale degli Stati Uniti non ha eguali nel mondo, ma il nostro obiettivo è quello di sfruttare le crepe della loro (non sempre) impenetrabile armatura”.

Ovviamente ci sono altri fattori da considerare. La rilevazione aerea è efficace in alcuni contesti operativi, ma non per tutti. Le enormi dimensioni di un Gruppo da Battaglia USA rappresentano un facile obiettivo anche alle lunghe distanze, mentre i sistemi antisom sono controproducenti in quanto inquinano l’ambiente acustico quando non si affonda il sottomarino al primo colpo. L'Iran non possiede i sottomarini francesi e non è la Cina, ma è una minaccia da non sottovalutare. Abbiamo già analizzato le caratteristiche dei sottomarini dell’Iran, quindi soffermiamoci sul reale successo di un attacco.

Sintetizzando al massimo. I sottomarini di Teheran, ritenuti rumorosi dal Pentagono quindi rilevabili, dovrebbero avvicinarsi al vettore, sfuggire alla rete di rilevamento ed attendere in silenzio il momento per lanciare i siluri, 35 miglia al massimo. Da non dimenticare che portaerei e Gruppo da Battaglia sono in costante movimento. Sarebbe opportuno rilevare che nessuna portaerei è stata mai colpita da un siluro moderno. Conosciamo parzialmente i test sulla USS America, ma nessuno sa come si comporterebbe un vettore classe Nimitz se venisse colpito. In linea teorica un gruppo di difesa ha il compito di impedire ai sottomarini nemici di assumere una posizione d’attacco entro le schermo utile. Molteplici i sistemi sviluppati per la rilevazione acustica dei sottomarini nemici, ma un attacco a branco (il riferimento alla Rudeltaktik è voluto) rappresenta una minaccia reale contro una qualsiasi formazione di superficie. Sebbene esistano dei sistemi specificatamente progettati per confondere il sistema di guida dei siluri, ancora oggi l’opzione migliore è quella di impedire alle piattaforme nemiche di avvicinarsi abbastanza per lanciare in modo affidabile i siluri.

I dati di Velayat 94

Nel gennaio del 2016 un drone della Marina iraniana sarebbe riuscito ad inquadrare una portaerei americana durante le esercitazioni nel Golfo Persico, nelle acque a sud del Paese. Secondo il comunicato ufficiale, il drone ha effettuato una missione di sorveglianza sopra il vettore degli Stati Uniti. Il drone della Guardia Rivoluzionaria sarebbe stato lanciato nel terzo giorno della vasta esercitazione annuale denominata “Velayat 94” che si è svolta dal Golfo Persico all’Oceano Indiano si di un’area di tre milioni di chilometri quadrati. La costa iraniana si estende per oltre duemila chilometri (1.240 miglia) e si affaccia sul Golfo Persico ed Golfo di Oman. Gli iraniani avrebbero lanciato contro la portaerei anche un sottomarino tascabile classe Ghadir. Secondo Teheran le "due piattaforme hanno effettuato, senza mai essere monitorati, delle rilevazioni e scattato foto ad alta risoluzione della super-portaerei americana". La Quinta Flotta della US Navy con sede nel Bahrein, che comanda tutte le operazioni americane nel Golfo Persico, si è rifiutata di commentare l’episodio. Così come spesso capita con la retorica iraniana, stabilire l’autenticità dei due video diramati dalla tv di stato di Teheran è particolarmente difficoltoso. Sulla rete esistono centinaia di video simili. Teheran non ha mai reso noto il nome del vettore che sarebbe stato ripreso dalle telecamere del drone e del sottomarino, ma sappiamo che il Gruppo da Battaglia della portaerei a propulsione nucleare USS Harry S. Truman (CVN-75) della classe Nimitz, con sede a Norfolk, nel gennaio del 2016 si trovava nella regione del Golfo Persico per la campagna militare contro lo Stato islamico in Iraq ed in Siria.

Iran: affondata la USS Nimitz

Il 25 febbraio del 2015 i missili della Guardia Rivoluzionaria iraniana colpirono ed affondarono una portaerei degli Stati Uniti. Ovviamente si trattava di un’esercitazione che si svolse nel Golfo Persico e nello Stretto di Hormuz. La portaerei americana è stata attaccata con missili da crociera, razzi, decine di unità navali e due missili balistici. Quella affondata era una semplice replica della portaerei USS Nimitz (CVN-68), costruita nel cantiere navale di Gachin, nel nel porto meridionale di Bandar Abbas, nel Golfo Persico. I lavori sarebbero iniziati nell'estate del 2013.

L’esercitazione Payambar-e Azam 9 (Il Grande Profeta 9), si svolse nel Golfo Persico e nello Stretto di Hormuz. Secondo la Guardia Repubblicana, per affondare un vettore classe Nimitz servirebbero 24 missili lanciati a sciame. Idea concettualmente simile alla ben più letale strategia d'attacco delle Kirov russe, armate con venti missili corazzati SS-N-19 Shipwreck di sette tonnellate. Le forze navali della Guardia Rivoluzionaria, piccole imbarcazioni armate con missili antinave, sono indipendenti dalla principale Marina iraniana. Esse sono schierate lungo le acque territoriali del Golfo Persico.

Sarebbe opportuno rilevare un punto: una struttura galleggiante ancorata al fondale non è un vettore da battaglia. Solo con un considerevole sforzo di fantasia si potrebbe paragonare una chiatta ad una nave da guerra da centomila tonnellate con capacità di manovra, velocità di trenta nodi, novanta caccia a bordo scortata da quattro incrociatori lanciamissili classe Ticonderoga, quattro cacciatorpediniere lanciamissili classe Arleigh-Burke, due fregate classe Oliver Hazard Perry e due sottomarini d'attacco a propulsione nucleare classe Los Angeles. Così come i vettori classe Nimitz, anche la replica iraniana affondata il 25 febbraio del 2015 misurava 333 metri. Adottava il medesimo colore delle portaerei americane. Anche i caccia, ovviamente finti, erano stati ricreati sul ponte. Quella affondata dagli iraniani non era una portaerei funzionante. Era un'immensa chiatta costruita per somigliare ad una portaerei americana.

Ed è stata affondata.

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