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L'ombra del Califfo ​sul petrolio della Libia

L'Isis vuole conquistare Agedabia ricca di pozzi petroliferi. Da lì potrebbe rifornire le truppe di Bengasi

L'ombra del Califfo ​sul petrolio della Libia

Prosegue l'avanzata dell'Isis in Libia. Lo Stato Islamico adesso può contare su 4mila miliziani. Le città controllate dai jihadisti in toto sono Sirte, Hawarah e Nawfalia. Inoltre le truppe del Califfo sono presenti a Bengasi e a Derna. Ma l'evoluzione del piano di guerra jihadista prevede una mossa concreta che potrebbe rafforzare la sua presenza in tutta la Libia centro-orientale. In questo quadro preoccupano le informazioni che provengono dai servizi britannici di cui è in possesso anche l'Aise, i servizi di sicurezza italiani. Da settimane infatti i jihadisti dell'Isis hanno iniziato ad uccidere leader e capi militari avversari ad Agedabia, la piccola cittadina a pochi chilometri dalla costa, più o meno a metà strada fra Sirte e Bengasi. Agedabia è uno snodo importante nella zona più ricca di petrolio della Libia; è a pochi chilometri da pozzi, oleodotti e porti di imbarco, è sulla strada per Bengasi ed è in collegamento con il Sud del paese, con le rotte che arrivano da Sudan, Ciad, Niger.

E così, in questo quadro va avanti da qualche settimana una scia di sangue con diversi omicidi. Sono stati colpiti Salah Al Mascheti, della "shura" (il "consiglio comunale") di Agedabia; poi l'imam Saleh Rahil, professore dell'università di Bengasi e componente del Dipartimento di Alti studi islamici. Poi, come ricorda Repubblica, il capo del servizio di intelligence militare di Agedabia, il colonnello Ateya Al Oreibi; il farmacista e imam salafita Faraj Al Aribi. Lo sceicco salafita Mahmoud Bourawi al Hamal, assassinato con un'autobomba accanto al Palazzo dei Fatimidi di Agedabia. Se l'Is riuscirà a consolidarsi ad Agedabia, le sue possibilità di rifornire i miliziani che combattono a Bengasi saranno molto più alte.

E questa volta il problema dell'Isis busserebbe direttamente alle porte di casa nostra.

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