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L'Onu condanna Israele per le violenze di Gaza e assolve Hamas

Le Nazioni Unite puntano nuovamente il dito contro Israele. Questa volta, lo Stato ebraico è stato dichiarato colpevole di “uso eccessivo della forza” e di avere ucciso centinaia di civili durante le rivolte di Gaza dei mesi scorsi. Nessun accenno alle responsabilità di Hamas

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Israele nuovamente giudicato colpevole di repressione brutale del dissenso palestinese. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, infatti, ha adottato una risoluzione di condanna nei confronti dello Stato ebraico, additandolo come responsabile delle centinaia di civili uccisi durante gli scontri di Gaza degli ultimi due mesi. Il documento non addossa alcuna colpa ai terroristi di Hamas e invoca un risoluto intervento della comunità internazionale a protezione dei Palestinesi.

120 Paesi membri hanno votato a favore dell’accusa nei confronti delle autorità di Gerusalemme. Tale presa di posizione era stata sollecitata dalla Turchia e dall’Algeria, due dei principali rappresentanti della compagine musulmana presente in Assemblea Generale. A votare contro la risoluzione sono stati, oltre a Israele e Stati Uniti, Australia, Isole Marshall, Micronesia, Nauru, Isole Salomone e Togo. Proprio gli Stati Uniti, nelle settimane precedenti, avevano esercitato il loro diritto di veto, all’interno del Consiglio di Sicurezza, per scongiurare l’approvazione di una condanna analoga. Il documento approvato fa riferimento agli scontri tra manifestanti palestinesi e militari israeliani avvenuti a partire dal 30 marzo di quest’anno nella Striscia di Gaza. Il culmine delle violenze ha avuto luogo il 14 maggio, giorno del quarantennale della fondazione dello Stato ebraico e giorno dell’apertura dell’ambasciata Usa a Gerusalemme. L’Assemblea Onu addebita al Governo Netanyahu un uso “eccessivo, sproporzionato e indiscriminato” della forza e lo addita come responsabile della morte di 129 abitanti di Gaza. Non ha avuto successo il tentativo americano di modificare la risoluzione affinché Hamas venisse considerata come colpevole di incitamento alla violenza. Il “blocco filo-palestinese” si è limitato a introdurre nel testo finale una generica condanna del lancio di razzi contro i villaggi del Sud di Israele, lancio perpetrato negli stessi mesi delle proteste proprio da Hamas.

Soddisfazione per la linea adottata dall’Assemblea è stata espressa da Riyad Mansour, rappresentante del Governo Abū Māzen alle Nazioni Unite. Durissima, invece, la reazione del Primo ministro Netanyahu. Egli ha ribadito la correttezza dell’operato dell’esercito, rigettando la tesi Onu secondo la quale i militari di Gerusalemme avrebbero aperto il fuoco contro manifestanti disarmati. Il premier ha dichiarato che le Forze Armate del suo Paese si sarebbero semplicemente difese dagli attacchi dei miliziani di Hamas, capaci persino di impiegare i bambini come armi.

Anche Nikki Haley, ambasciatrice Usa al Palazzo di Vetro, ha criticato aspramente la risoluzione e ha accusato i Governi musulmani di avere sottoscritto quest’ultima per guadagnarsi il consenso delle rispettive opinioni pubbliche.

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