L'Ue pretende 300mila euro. Le Pen: "È una persecuzione"

Una bufera a 300mila km/h investe Marine Le Pen. La leader del Front National, proprio nel momento in cui il suo diretto avversario François Fillon è inciampato sugli stipendi statali fatti pagare alla moglie, subisce una decisione che lei definisce "persecutoria". Alla Le Pen verranno decurtati i prossimi stipendi finché non finirà di restituire i 300mila euro che, secondo il Parlamento Europeo, avrebbe sottratto all'Europa.

Andiamo con ordine. L'accusa che il Parlamento Ue muove da tempo alla leader del Front National è di aver utilizzato il denaro parlamentare per pagare la sua capo di gabinetto come assistente parlamentare, nonostante non risultino sue presenze né a Strasburgo, né a Bruxelles. Catherine Griset è la storica collaboratrice della Le Pen e tra il 2010 e il 2016 risulta nell'elenco degli assistenti parlamentari europei. Secondo quanto avrebbe documentato l'Olaf, organismo Ue antifrodi, l'incarico sarebbe fittizio perché la Griset avrebbe sempre lavorato in Francia alla sede di Partito del FN, senza mai recarsi nelle sedi dell'Europarlamento. Alla Le Pen l'Ue aveva chiesto di restituire i 300mila euro incassati dalla collboratrice, ma lei si è rifiutata. Così, come da regolamento, il Parlamento Ue tratterrà metà del suo stipendio (pari a 8.500 euro) e metà della sua indennità quotidiana di viaggio, a partire da marzo. Il Parlamento ha inoltre fissato un tasso di interesse del 3,5% sul rimborso in sospeso.

E non è l'unico grattacapo con cui dovrà fare i conti il FN. La Le Pen infatti deve restituire altri 42mila euro, entro il 28 febbraio, per stipendi "versati impropriamente" a Thierry Légier, la sua guardia del corpo. La leader della destra lanciata nella corsa all'Eliseo, come riporta Repubblica, ha però definito "persecuzione degli eurocrati" le accuse avanzate dall'Ue.